
Il giudice dell’udienza preliminare distrettuale di Catanzaro ha emesso il verdetto al termine del processo celebrato con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Conquista” che aveva inflitto un duro colpo alla cosca Bonavota, di Sant’Onofrio, nel Vibonese.
Quattro le persone condannate all’ergastolo: Onofrio Barbieri ed i fratelli Domenico, Nicola e Pasquale Bonavota. I reati di cui rispondevano, a vario titolo, i 9 soggetti alla sbarra andavano dal danneggiamento alla detenzione illegale di armi, dall’estorsione al favoreggiamento, dall’omicidio alla ricettazione. A Francesco Fortuna è stata comminata una pena di 30 anni. Più mite la sentenza nei confronti degli altri quattro imputati: 4 anni di reclusione nei confronti di Domenico Febbraro e Giuseppe Lopreiato, entrambi di Sant’Onofrio, e di Vincenzino Fruci, di Acconia di Curinga; 2 anni e 4 mesi a Francesco Michienzi, collaboratore di giustizia ed anche lui di Acconia di Curinga. Due gli omicidi su cui si è appuntata l’attenzione del Gup: quello di Raffaele Cracolici, ritenuto il capo della cosca di Maierato ed assassinato il 4 maggio 2004, ed il delitto in cui fu ammazzato, il 12 luglio 2014, Domenico Di Leo. A carico di Domenico Febbraro risultava, inoltre, l’accusa di aver sparato undici colpi di pistola contro la cancellata da cui si accede al “Popilia Country Resort”, che nell’occasione avrebbe raggiunto insieme a Giuseppe Lopreiato, considerato l’autista di Domenico Bonavota, il quale avrebbe ordinato il raid.
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