
I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla, e dai sostituti procuratori Camillo Falvo, Elio Romano e Pasquale Mandolfino, hanno dato esecuzione, con il supporto del servizio Centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, a 6 distinti provvedimenti di sequestro di beni per un valore di oltre 14 milioni di euro, emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale.
Tra i beni sottoposti a sequestro ci sono, tra gli altri, 34 fabbricati, 9 attività imprenditoriali, 16 appartamenti, 2 ville lussuose, 40 terreni e 22 veicoli.
Le misure patrimoniali hanno riguardato complessivamente 16 tra esponenti di spicco organici e/o soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta dei “Cerra-Torcasio- Gualtieri” e dei “Giampa’” di Lamezia Terme, “Gallace-Gallelli” di Guardavalle, “Anello” di Filadelfia e nei confronti di un soggetto di Amantea condannato per scambio elettorale politico-mafioso. In particolare, i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria/Gico di Catanzaro hanno eseguito 4 distinti provvedimenti riguardanti. Coinvolto anche Franco La Rupa, di Amantea, da anni protagonista della politica locale.
Il predetto ha raggiunto l’apice della sua carriera politica nel 2005, allorquando è stato eletto consigliere regionale nella lista dell’Udeur, cessando dalla carica nel 2010, al termine della legislatura.
Prima ancora di ricoprire incarichi politici a livello regionale, già nel lontano 1992, era stato eletto consigliere comunale di Amantea, rivestendo poi, nell’arco di quindici anni, più volte la carica di assessore e successivamente di vicesindaco, fino a diventare primo cittadino, eletto per tre volte consecutive.
Nel 1995, inoltre, era stato eletto anche consigliere provinciale nelle file del Ccd.
Proprio a causa delle modalità della sua elezione a consigliere regionale è stato coinvolto nelle note operazioni di polizia denominate “Nepetia” e “Omnia”, laddove gli è stato contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
Per l’operazione “Omnia” era condannato in via definitiva per violazione dell’art. 416 ter c.p. vecchia formulazione a tre anni di reclusione per voto di scambio con appartenenti alla cosca “Forastefano” di Cassano allo Ionio, mentre per l’operazione “Nepetia” veniva assolto perché il fatto non era previsto dalla legge come reato ovvero difettava la prova che i voti fossero stati procacciati con l’utilizzo dei metodi tipici dell’operare mafioso.
Sempre nell’ambito dell’azione svolta dalla Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro di aggressione ai beni dei soggetti legati alla criminalita organizzata, i finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme hanno, inoltre, eseguito due provvedimenti di prevenzione riguardanti complessivamente 13 tra capi ed esponenti di spicco della cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” di Lamezia Terme e, specificatamente, nei confronti dei capi storici e carismatici Nino e Teresina Cerra, condannati in via definitiva per art. 416 bis ed altro a seguito della cosiddetta operazione “Chimera”, oltre che dei loro figli e nipoti, gran parte dei quali parimenti condannati in via definitiva nella medesima operazione, ovvero coinvolti nella successiva operazione Crisalide”.
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