‘Ndrangheta, i dettagli dell’operazione contro il clan degli zingari

Nelle prime ore della mattinata odierna, all’esito di indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dal Sostituto Procuratore Camillo Falvo, gli uomini della Dia di Catanzaro, hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Catanzaro, nei confronti di Antonio Abruzzese, cl. 70, Luigi Berlingieri, cl. 70, Saverio Mario, cl. 62, Celestino Bevilacqua, cl. 61 e Fiore Abbruzzese, cl. 66, tutti stabilmente inseriti nella criminalità mafiosa cosentina di etnia nomade.

I 5 destinatari del provvedimento restrittivo, eseguito con la collaborazione, nella fase esecutiva, di personale della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Cosenza, sono ritenuti, a vario titolo, responsabili del duplice omicidio di Benito Aldo Chiodo, allora “contabile” dell’allora gruppo confederato Cicero-Lanzino, e di Francesco Tucci, avvenuto a Cosenza in data 09.11.2000, e del contestuale ferimento di Mario Trinni. Per tale fatto di sangue, a seguito di pregressa attività investigativa svolta dalla Dia di Catanzaro, risulta essere già stato condannato Francesco Bevilacqua, alias “Franchino di Mafalda”, all’epoca dei fatti capo degli zingari di Cosenza, poi divenuto collaboratore di giustizia, che fin da subito aveva svelato tutti i retroscena del delitto, rivelando i nomi di tutti i partecipi all’azione, le modalità di esecuzione e il movente, da ricercare nel mancato rispetto, da parte di Benito Aldo Chiodo, dei patti stretti dai nomadi con l’allora gruppo confederato Lanzino-Cicero circa la spartizione dei proventi di alcune attività illecite precluse agli zingari (estorsioni, usura e traffico della cocaina). Successive dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia, raccolte di recente e dettagliatamente riscontrate dagli investigatori della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, hanno permesso di acquisire ulteriori elementi di prova nei confronti degli odierni arrestati, tali da consentire alla Dda di richiedere ed ottenere dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro il loro arresto. Per portare a termine l’azione omicidiaria, consumatasi a Cosenza in via Popilia, nel tardo pomeriggio del 9 novembre di 18 anni fa, venne utilizzato dai sicari, oltre ad una pistola Beretta, anche un fucile mitragliatore di tipo Kalashnikov. Dalla ricostruzione investigativa dell’episodio, si è accertato che sull’autovettura Lancia Thema utilizzata per l’agguato, e rinvenuta poi sepolta nel cantiere della De.Mar Costruzioni di Sergio Perri (rimasto poi ucciso in un agguato di stampo mafioso unitamente alla moglie il successivo 17.11.2000), oltre a Francesco Bevilacqua, vi erano Luigi Berlingieri, cl.70, detto “occhi di giaccio” o “il cinese”, armato del Kalashnikov, Fiore Abbruzzese, cl. 66, detto “Ninuzzo”, con il compito di fare da autista, e Gianfranco Iannuzzi, cl.58, detto “a ‘ ntacca”, successivamente vittima di lupara bianca. Il provvedimento restrittivo eseguito in data odierna ha attinto, oltre a Luigi Berlingieri e Fiore Abbruzzese, partecipi del gruppo di fuoco, anche Antonio Abruzzese, cl. 70, in quanto ritenuto mandante, unitamente a Francesco Bevilacqua, dell’azione di fuoco, Saverio Madio e Celestino Bevilacqua, che, con riferimento all’omicidio, si erano occupati, il primo del trasporto dei killers al luogo di partenza dell’azione, ed il secondo del loro recupero dal luogo ove venne interrata l’auto utilizzata per l’agguato. L’odierna operazione della Dia si colloca in una più ampia strategia investigativa da tempo avviata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il conferimento alla Dia di Catanzaro di varie deleghe d’indagine, finalizzate a per far luce su una serie di omicidi verificatisi su Cosenza dal 1999 al 2004. Le attività investigative condotte nel tempo in tale con il coordinamento della Procura distrettuale, hanno consentito, anche mediante la valorizzazione delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, doverosamente e minuziosamente riscontrate nei minimi dettagli, di portare a termine varie fasi dell’operazione convenzionalmente denominata “Terminator” (1-2-3-4), con l’individuazione dei responsabili di 12 episodi fra omicidi e tentati omicidi, fra i quali quello di Vittorio Marchio 11/1999 e Marcello Calvano 08/1999 (Operazione “Terminator 2” – 2008); Antonio Sena 05/2000, Francesco Bruni senjor 07/1999, (Operazione “Terminator 3” – 2010).

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