
Nella serata di martedì è finita la latitanza di Vittorio Raso, meglio conosciuto come “L’esaurito”. A porvi termine sono stati gli agenti della Polizia locale di Castelldefels, in Catalogna.
Dopo averlo catturato, lo hanno consegnato all’Audiencia Nacional. Raso, che rientrava nell’elenco delle persone pericolose maggiormente ricercate d’Italia aveva conosciuto le prigioni spagnole nell’ottobre di due anni fa. Nell’occasione, i poliziotti spagnoli, sottoponendo l’uomo a controlli di routine, si accorsero che erano incappati in un criminale ricercato dalle forze di sicurezza di mezzo mondo. Qualche settimana più tardi, i magistrati del Tribunale dell’Audiencia Nacional stabilirono che non sussistevano motivazioni a sufficienza per lasciarlo dietro le sbarre e ne decretarono la scarcerazione. All’epoca, infatti, gli era stata contestata esclusivamente una presunta attività da usuraio. Le procedure legali gli permisero, pertanto, sebbene fosse considerato appartenente ad un’associazione impegnata a trafficare droga e nel prestito ad usura e strettamente connessa alle cosche di ‘ndrangheta di Torino, di abbandonare il carcere e darsi alla macchia. Sei mesi fa, la Squadra Mobile aveva trovato, all’interno di un garage di Nichelino, nel Torinese, banconote per un valore complessivo di 400 mila euro, gioielli ed orologi costosi che valevano più di 200 mila euro: un tesoro che, secondo gli inquirenti, apparteneva allo stesso Raso.