
Continua a suon di accuse reciproche con riferimenti anche all’aspetto penale la pre-campagna elettorale di Nardodipace. Il responsabile del movimento politico “Uniti per Nardodipace” Romano Loielo affida ad una chilometrica nota la replica al sindaco Antonio Demasi, tacciato di assumere “un atteggiamento fondato sul presuntuoso ed arrogante presupposto di essere sempre dalla parte della ragione, di essere gli eterni intoccabili e privi di ogni macchia, vezzo che caratterizza il tipico sinistroide in ogni angolo del globo terrestre”. Preliminarmente, Loielo riepiloga la vicenda di Romolo Tassone sostenendo che lo stesso “certamente non ha niente a che vedere con terze persone, seppur suoi parenti stretti” e affermando che alla luce delle “ragioni politiche di quegli eventi” esposte della controparte “non v’è chi non veda come le stesse motivazioni potrebbero e dovrebbero valere anche per gli altri. A meno che gli altri non siano di centrodestra, naturalmente”.
L’esponente dell’Udc invita poi il primo cittadino “a rileggere con attenzione ed a far riportare sui giornali anche, e soprattutto, il contenuto integrale delle pagine 57, 65, 69, 77, 24 e 25, di quella stessa relazione ove si parla del suo assessore, nonché quanto scritto a pagina 78 per quanto concerne, invece, se stesso”.
Entrando invece nel merito del dibattito concernente gli ambienti scolastici, Loielo spiega che “all’epoca dei fatti, sia le stesse autorità scolastiche che i genitori avevano più volte segnalato la evidente fonte di pericolo per l’incolumità dei ragazzi e del personale dovuta alla eccessiva inclinazione dei pannelli di cemento armato del solaio di uno dei plessi scolastici del capoluogo, sollecitando un intervento. In attesa di eseguire gli opportuni accertamenti e verifiche e di individuare edifici più idonei in caso di trasferimento definitivo – precisa – pensammo quindi di ospitare i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado del capoluogo nel villaggio turistico che proprio Antonio Demasi aveva realizzato e poi inaugurato solo pochi anni prima, situato ai margini del centro abitato e distante meno di un chilometro dai plessi scolastici provvisoriamente chiusi. La struttura era, e lo è tuttora, dotata di 16 appartamenti dislocati su quattro schiere, ognuno dei quali è composto da due ampie stanze con un bagno centrale. Gli edifici utilizzati per ospitare i ragazzi erano tutti dotati sia di riscaldamento alimentato a gpl che di servizi igienici, addirittura uno ogni due aule! Dunque – deduce – delle due l’una: o Antonio Demasi aveva realizzato e inaugurato pochi anni prima una struttura turistica fatiscente, oppure le sue affermazioni, come siamo abituati oramai di sentire, sono prive di ogni corrispondenza con la realtà”. Loielo aggiunge che “in quel periodo l’intera operazione è stata concordata con le autorità scolastiche e, guardacaso, alcun reclamo è mai stato rivolto in merito al Comune di Nardodipace”. Inoltre, “gli alunni venivano quotidianamente prelevati a casa ed accompagnati a scuola con lo scuolabus, servizio sempre attivo nel periodo delle mie amministrazioni, a differenza, invece, dell’odierna tragica era Demasi”. Loielo puntualizza poi che “nei pressi degli edifici adibiti ad aule sorge anche il ristorante della struttura turistica, presso cui i bambini quotidianamente consumavano i loro pasti in maniera serena, tranquilla e sana, a differenza di oggi, invece, che dopo ben oltre dodici anni gli alunni si trovano ancora privi di refezione scolastica e pranzano con panini e merendine”.
Quanto ai presunti ammanchi di denaro e alla gestione del benzinaio comunale, Loielo asserisce che “tutto è stato passato meticolosamente in rassegna da ben due Commissioni prefettizie di accesso agli atti del Comune di Nardodipace e da due Commissioni straordinarie governative antimafia, senza mai individuare la benché minima traccia delle sue assurde ipotesi delittuose”.
L’ex sindaco si rivolge ancora a Demasi asserendo che “stiamo aspettando di sapere come è finita la vicenda relativa alle circa 800.000 euro che il Comune di Nardodipace avrebbe dovuto incassare per gli affitti non pagati da coloro i quali non hanno aderito alla procedura di riscatto degli alloggi del ’51”.
Infine, Loielo biasima Demasi, considerandolo reo di aver mostrato “compiacimento per una disavventura ingiusta che coinvolge, oltre a me, circa una quindicina di altri nostri concittadini” e lo invita ad occuparsi delle questioni che lo riguardano.