Nardodipace, Loielo attacca ancora Demasi: “È lui ad aver provocato danni, non conosce territorio e comunità”

Non accenna ad arrestarsi la polemica a distanza tra Romano Loielo e Antonio Demasi. Il responsabile del movimento “Uniti per Nardodipace” utilizza lo schema della lettera per rivolgersi all’interlocutore accusandolo di aver “determinato il completo deterioramento del tessuto sociale della comunità, anche economico” e invitandolo a tacere rispetto “allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa”. 

“Ancora – sostiene Loielo rivolgendo a Demasi – attendiamo ansiosamente una opportuna replica su quanto nella seduta di insediamento   del   nuovo   Consiglio  comunale  da  te  guidato,  nel  2017,  ti  veniva  chiesto  dal capogruppo di minoranza Piero Tassone circa la composizione della tua squadra, soprattutto alla luce delle tue stesse dichiarazioni rilasciate innanzi alla Commissione di accesso prefettizia nel 2011”.

Loielo chiede all’attuale sindaco un confronto pubblico “alla pari” davanti ai cittadini addebitandogli, a sua volta, ciò che gli era stato precedentemente contestato e formula una serie di domande: “proprio tu ci accusi di fomentare stagioni di veleni, di odii, di menzogne e, addirittura, di violenze, di ‘velate intimidazioni’ e di ricatti, quando tu questa condizione la vivi invece perennemente? Proprio tu parli di seminare odio, creare inimicizie (persino tra i ragazzi)? Lo fai proprio tu che la nostra realtà non la vivi affatto, tu che non vieni avvistato da anni nel territorio, tu che parli di ragazzi non conoscendone nemmeno uno e che se ti dovessi chiedere il nome di qualcuno di essi non sapresti fornirmelo, non conoscendo nemmeno quello dei suoi genitori”.

Dopo aver ricordato che “un nostro consigliere ha dignitosamente deciso recentemente di dimettersi, ben consapevole di perdere tempo in un organo da te guidato dove la maggioranza partecipa solo per alzare la mano, inconscia spesso anche del contenuto di ciò per cui si è votato, dove si portano proposte prive di documentazione fondamentale ed obbligatoria, dove si portano documentazioni errate”, Loielo sottolinea che “un consigliere di maggioranza, evidentemente anch’egli conscio della inutilità di tale situazione, è rimasto assente per anni dalle sedute dell’Assemblea, tanto da indurti recentemente addirittura a dichiararlo decaduto”.

Poi il già primo cittadino insiste sulla questione Tari rilevando che “in nessun Comune della Calabria si è registrata la quantomeno triplicazione del tributo pagato l’anno precedente” e ritenendo “assurda” l’eventualità di “un provvedimento col quale verranno riconfermate le tariffe dello scorso anno (2020) anche per il 2021”perché “è evidente a tutti che smentiresti così te stesso” e perché “tutto questo avresti potuto farlo già nel 2021, quando ti era stato sollecitato ed invocato quantomeno dal gruppo di minoranza, ma tu, caparbiamente, hai invece inteso proseguire innanzi senza dare retta a nessuno”.

Loielo definisce “ingiuste” le tariffe applicate ma chiede non senza ironia come si potrebbe “legittimamente intervenire ‘per competenza’ in un bilancio oramai chiuso, su cui non si può dunque più incidere in alcun modo”.

Quanto ai debiti, rimarca che occorrerebbe prendersela “con le Commissioni Straordinarie nominate dal Governo Italiano, le quali dalla fine del 2011 al novembre del 2017, data del tuo insediamento, per almeno quattro anni hanno guidato il Comune”.

Loielo domanda ancora perché “da anni non viene più utilizzato dal Comune di Nardodipace il servizio di Poste italiane, cosa mai accaduta in oltre un secolo, bensì una posta privata per la spedizione della corrispondenza” e, con riferimento alla “pista di pattinaggio su ghiaccio”, rammenta la transazione con l’impresa costruttrice, che aveva avviato “un pignoramento di oltre 200.000 euro”, operazione che ha “salvato sia il Comune di Nardodipace da un’azione esecutiva che la incolpevole impresa dal definitivo tracollo”.

Dunque, conclude che “a volte sarebbe ancor più dignitoso ed opportuno ingoiare il rospo, riconoscere i propri errori, cosa che accade ad ogni comune mortale, che passare invece al contrattacco per aggravare ulteriormente la propria posizione”.

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