
La prima sezione civile della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso promosso dall’ex sindaco di Nardodipace Romano Loielo e dal suo vice Romolo Tassone volto a sostenere le ragioni della loro candidabilità. La Cassazione, diversamente dalla Corte d’Appello di Catanzaro, ha infatti ritenuto che l’incandidabilità debba essere scontata in ogni turno di tutte le elezioni (comunali, provinciali, regionali e politiche) che seguono lo scioglimento del Consiglio comunale.
Come si ricorderà, il Presidente della Repubblica, con decreto del 19 dicembre 2011, su proposta del Ministero dell’interno, aveva disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace per la durata di diciotto mesi, ai sensi dell’art. 143 d.lgs. n. 267/2000, in ragione delle ingerenze della criminalità organizzata. Il Ministero dell’interno aveva avviato presso il Tribunale di Vibo Valentia, ai sensi del comma 11 del medesimo art. 143, il procedimento per la declaratoria di incandidabilità di coloro che a vario titolo erano stati amministratori di quel Comune: fra questo anche Loielo e Tassone.
Loielo si era ricandidato alle amministrative del 2013 uscendone vincitore (cosa che per la Cassazione non avrebbe potuto fare), ma aveva subito il secondo scioglimento sul finire del 2015. Loielo è stato inoltre candidato alle elezioni regionali del 2014.
Al momento, il paese delle Serre è guidato da una terna commissariale.
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