“Il successo della mobilitazione popolare di Serra San Bruno non è che l’inizio di una nuova stagione di impegno e partecipazione da parte dei cittadini, sempre in una logica di stimolo e di collaborazione costruttiva, non contrappositiva, con la politica e le istituzioni. Adesso, però, ci aspettiamo subito fatti e risposte concrete”. È quanto ribadisce il presidente del Comitato “Trasversale delle Serre – 50 anni di sviluppo negato”, Francesco Pungitore, che parla di “obiettivo raggiunto” per come “testimoniato non solo dall’eco mediatica dell’evento ma anche dal livello di partecipazione, alto, diffuso e qualificato. Volevo – continua Pungitore – salutare e ringraziare tutti. Straordinarie le associazioni che hanno animato quella stupenda giornata. Impeccabile lo staff di Radio Serra che ha fatto da collante tra le varie iniziative. Fantastiche tutte le sigle che hanno aderito. Una soddisfazione per tutte le persone con le quali abbiamo condiviso l’organizzazione di una eccezionale mobilitazione pacifica. Grazie anche l’amministrazione comunale che ha reso possibile tutto ciò, alle forze dell’ordine che ci sono state accanto per garantire la sicurezza della manifestazione, ai sindaci, ai cittadini, ai politici e ai tre parlamentari presenti: Dalila Nesci, Paolo Parentela e Bruno Censore”. Lo scopo della manifestazione era anche quello di “mostrare questo territorio come un fronte unico, compatto, per dire con una sola voce no all’isolamento. Un messaggio forte e chiaro, insomma: basta con l’emarginazione e l’abbandono delle aree interne. Abbiamo – spiega Pungitore – promosso l’iniziativa con degli obiettivi molto precisi: accendere i riflettori su queste nostre zone, con le loro problematiche e le loro potenzialità. Noi non vogliamo piangerci addosso per cercare alibi per il nostro mancato sviluppo. Certo, siamo indignati, arrabbiati, delusi per le continue promesse mancate. Ma noi siamo anche qui per dire che i nostri paesi, le nostre comunità sono vive e vitali, sono ricche di arte, di storia, di cultura, di tradizioni, di voglia di fare impresa. Nonostante tutto. Nonostante la mancanza dei servizi di base, come le strade. Qui – spiega ancora Pungitore – la situazione non è assolutamente normale. Qui si vive l’isolamento totale. Ha ragione il procuratore Gratteri quando dice che i calabresi sono un popolo molto paziente. Abbiamo davvero pazientato fin troppo. Siamo arrivati al punto che per arrivare da Vibo a Serra l’unico mezzo che ci è rimasto è l’elicottero, o il mulo. Ma quella pazienza non c’è più. Adesso è scattata la molla per scendere in piazza, con le forme dell’impegno civile e della partecipazione democratica, per dire con forza e determinazione che non se ne può più. All’Anas diciamo che è finita la stagione delle promesse. Che è inaccettabile tenere un cantiere aperto per 50 anni come quello della Trasversale delle Serre. È una vergogna! È uno scandalo! Dunque sì, siamo stanchi… ma non rassegnati. E lo diciamo tutti, al di là dei vincoli e delle appartenenze. È proprio per questo motivo che ci siamo ritrovati tutti a Serra, tutti uniti. Per dire che è finito anche il tempo della rassegnazione e delle deleghe in bianco. I cittadini hanno dimostrato con la loro presenza che vogliono riprendersi in mano il loro destino”. “Quella del 17 giugno – rileva Il presidente del Comitato – non è stata una data qualsiasi. La manifestazione di sabato scorso segna un nuovo inizio per questo territorio, per le nostre comunità che, dallo Jonio al Tirreno, sono arrivate a Serra per parlare con una sola voce, come un’unica e sola identità. Le nostre richieste sono state, peraltro, semplici e chiare. Le avete lette in questi giorni: riattivare subito i cantieri della Trasversale delle Serre; mettere in sicurezza la ex 100; riaprire immediatamente la Vazzano-Vallelonga. Si tratta di questioni vitali per il futuro e la sopravvivenza dell’economia locale”. Quanto alle dichiarazioni del sindaco di Serra Luigi Tassone che ha elencato gli interventi che stanno per partire, Pungitore afferma che “è sicuramente positivo, ma non ci accontentiamo. Diciamo ai politici, a tutti i politici: fate vostra questa battaglia. Da oggi stesso, andate a bussare alle porte dell’Anas, della Regione, del Governo. Fate capire a tutti loro che qui la popolazione ha perso la pazienza. Ai cittadini ribadisco che questo è davvero solo l’inizio. Porteremo l’immagine di quella piazza del 17 giugno ovunque, fino a quando non ci daranno le risposte che vogliamo. I fatti – conclude – dimostrano che ce la possiamo fare, uniti e senza più accontentarci di pacche sulle spalle, sorrisi e promesse”.
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