
Non è escluso che Mimmo Lucano figuri tra i candidati alle elezioni Europee fissate per il prossimo 26 maggio.
A rendere nota la sua posizione in merito è stato lo stesso sindaco sospeso di Riace, celebre per le forme che ha assunto la gestione dei migranti nel borgo che si affaccia sul Mar Jonio e sotto inchiesta proprio per le modalità sospette con cui è stato portato avanti negli anni. Interpellato sul punto dall’agenzia Adnkronos, ha ammesso che: “Se dovesse servire a contrastare una deriva di destra – e questo deve nascere da una fortissima discussione, confronto, potrei prendere in considerazione l’ipotesi. Una candidatura vissuta diversamente sarebbe una visione troppo personale. Dovrebbe essere condivisa in un discorso più generale che coinvolga persone che non hanno ruoli, ma sono legate a una idealità”. Lucano auspica, a tal proposito, il coinvolgimento di attivisti gravitanti attorno al suo stesso mondo: “Uomini come il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, o Chiara Sasso, della Rete dei Comuni solidali, a ancora Gino Strada, l’ex sindaco di Rosarno Giuseppe Lavorato, il vice presidente Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) Gianfranco Schiavone, l’avvocato Lorenzo Trucco, Alfonso di Stefano, rappresentante della Rete Antirazzista Catanese, il magistrato Emilio Cirianni, e anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che inimmaginabilmente è indagato per abuso di ufficio”. Se dovesse essere candidato, mette le mani avanti: “Non vorrei essere pagato, niente scorta, voglio essere una persona libera, senza privilegi”. “Ho una idealità politica – scende nel dettaglio – che crede che la società divisa in classi sociali sia sbagliata, che l’uguaglianza sia fondamentale per l’ideale politico in quanto in sua assenza non c’è rispetto dei diritti umani. Sono vicino agli ultimi, e i rifugiati sono i poveri del mondo come lo sono stati gli operai. Mio riferimento straordinario è Democrazia Proletaria ed una Chiesa come quella di vescovi come Giancarlo Maria Bregantini e Francesco Savino, che vive il suo servizio ‘con’ e ‘per’ la gente, crede nella forza rivoluzionaria del Vangelo e punta sul dialogo e mette al centro gli ultimi”
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