Migranti, la Confail chiede garanzie sanitarie

La notizia di nuovi sbarchi al porto di Vibo Marina spinge la Confail a porsi alcune domande in merito alla sicurezza sanitaria di chi è esposto a contatto diretto con gli immigrati. Nello specifico il segretario Domenico Russo, rileva come con i frequenti sbarchi “sale la preoccupazione e la tensione dei cittadini per quanto riguarda la sicurezza sanitaria”. Il sindacalista non manca di rilevare che, “durante e dopo gli sbarchi, assistiamo a dichiarazioni dei responsabili che non convincono la massa dei cittadini”. Detto ciò gli interrogativi che Russo, interpretando il pensiero di alcuni cittadini, propone sono atti a chiedere “perché all’arrivo della nave gli immigrati non sono tenuti in quarantena, per come previsto dalla legge e della tradizione marinara? Sono forse visitati a bordo?”. Il rappresentante della Confail, dunque, si domanda se esiste la certezza che “soggetti apparentemente sani non siano portatori di incubazione di malattie a noi sconosciute?”. E, ancora, sottolinea il fatto che “chi svolge attività sanitaria, assistenziale e volontaria, o compie operazione di supporto e di controllo, onde evitare e prevenire la diffusione delle patologie infettive e per ridurre al minimo il rischio di contagio, pare, finalmente, stia usando indumenti protettivi, per come dimostrano le immagini trasmesse dalle emittenti televisive”. Ciò nonostante, a giudizio di Russo, le “dichiarazioni degli operatori competenti non danno la sicurezza dovuta al cittadino. Dichiarano che hanno la scabbia, Tbc, qualche principio di malaria”; poi la domanda: “hanno verificato di che problemi dermatologici si tratti? Sono stati denudati, per osservare sul corpo eventuale segni di infezioni o di altro?”, e, ancora, “il protocollo per la gestione sanitaria migranti è accuratamente osservato?”. Il rappresentante della Confail, ancora, non manca di evidenziare il fatto che gli addetti ai lavori “sono intervistati mentre indossano la tuta protettiva”, per dire che la cosa “potrebbe essere veicolo di infezione batteriologica, sottolineando che “l’uso dell’indumento è regolato da norme di protezione e sicurezza per sé e per altri, tale situazione spesso si sottovaluta. Per non parlare dei volontari e delle forze preposte al controllo e identificazione dei soggetti in arrivo. Loro – aggiunge Russo – pare siano senza dotazione di strumenti idonei a proteggersi da eventuale infezioni e malattie”. In ultimo il sindacalista vibonese si domanda se i “mezzi di trasporto sui quali salgono gli immigrati siano disinfettati”, una domanda la cui risposta è “doverosa per tranquillizzare i cittadini che utilizzano lo stesso mezzo di trasporto utilizzato per accompagnare gli immigrati”. Quello del segretario della Confail, dunque, “non è un intervento di protesta contro la politica degli sbarchi o dell’accoglienza quanto piuttosto un intervento volto a far sì che tutti gli interventi si svolgano nella totale sicurezza, sia per gli operatori preposti sia per i cittadini che vengono a contatto con gli immigrati”.

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