Mezzogiorno in Movimento non arretra di fronte agli attacchi: “Riconfermiamo tutto, normale avere paura senza ‘tutele'”

"Siamo stati aggrediti da attacchi mediatici anche a livello personale"

“Avremmo voluto presentare una lista forte perché composta da candidati portatori della nostra visione politica e non ci siamo riusciti”. Rintuzzano compattamente e con vigore l’assalto mosso nei loro confronti i soci fondatori di Mezzogiorno in Movimento (Andrea Cuzzocrea, Ilario Ammendolia, Gianpaolo Catanzariti, Mimmo Gangemi, Pierpaolo Zavettieri) costretti a controreplicare e a dare ulteriori spiegazioni dopo aver già illustrato le ragioni della rinuncia alla competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria).

“Avremmo potuto presentare una lista di riempitivi – precisano con puntiglio – e non abbiamo voluto.
Ci siamo domandati il perché d’una evidente difficoltà ad esporsi in prima persona da parte di cittadini che pur avevano incoraggiato e stimolato una nostra presenza e ci siamo dati delle risposte. Tra queste, la rinuncia a candidarsi per la paura d’una evidente degenerazione di segno repressivo dello Stato nel Sud che, in alcuni casi, sconfina nell’arbitrio.
Siamo stati aggrediti da attacchi mediatici anche a livello personale.
Bene! Riconfermiamo tutto quanto abbiamo detto ed aggiungiamo che quando centinaia di imprenditori vengono interdetti senza alcun processo, quando decine di Consigli comunali sono sciolti dietro sommarie relazioni di grigi funzionari, quando migliaia di persone vengono arrestate in maniera preventiva, è normale avere paura. Ed è normale non volersi esporre. A meno che non ci si senta ‘tutelati’, ma noi non siamo in grado di assicurare tutele ad alcuno.
Possibile – si domando increduli i cinque massimi esponenti di ‘Mezzogiorno in Movimento – che ad una parte della nostra stampa non dica niente il ‘caso Mauro”, l’imprenditore del caffè rovinato umanamente ed economicamente ed oggi, dopo ben 15 anni, assolto?
Possibile che non si senta il bisogno di riflettere su operazioni come ‘Rinascita Scott’ condotta con migliaia di uomini e notevoli risorse e che oggi registra una percentuale inaccettabile di mandati di cattura annullati?
E’ normale un tale clima? È compatibile con la Costituzione?
Oppure lo scandalo siamo noi, un gruppo di persone libere, senza risorse e senza alcun potere alle spalle, che trova il coraggio di denunciare tale inaccettabile stato di cose?
Quella stessa stampa che oggi ci accusa per la nostra difesa ad oltranza dello “Stato di diritto” è la stessa che in passato ci ha accusato di contiguità con la ‘ndrangheta per le nostre posizioni garantiste. Se così fosse, di candidati da mettere in lista ne avremmo trovati almeno mille. La verità è che quando si è schiavi del pensiero unico dominante non si capisce l’incompatibilità tra il pensiero garantista e la criminalità organizzata e non si comprende che l’ottusa repressione legittima la ndrangheta almeno quanto la difesa della Costituzione la combatte.
Agli attacchi personali mossi nei nostri confronti non rispondiamo. Per scelta non scendiamo a tali livelli”. “L’unica mortificazione – lamentano con sincerità Cuzzocrea, Ammendolia, Catanzariti, Gangemi e Zavettieri – è l’assurdo sfregio alla memoria di Pasquino Crupi, che offende non solo noi che gli siamo stati amici, ma la Calabria intera. Siamo certi però che di Pasquino si parlerà ancora quando dei protagonisti del clima forcaiolo ed oscurantista che domina in Calabria non ci sarà neanche il più pallido ricordo.
Infine un grazie al sindaco Falcomatà per il garbato interesse con cui ha riconosciuto l’importanza dei valori e dei temi di cui siamo portatori e per i quali noi ci battiamo da anni senza avere ritorno alcuno, se non la gratifica di aver fatto il nostro dovere verso la nostra Terra e la nostra gente”.

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