L’INTERVISTA / “Normalizziamo Mileto tenendo fuori le logiche clientelari”: Giordano lancia il nuovo corso

Desideroso di avviare un nuovo corso, il sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano ha in mente tanti progetti da realizzare nell’ottica della discontinuità. Serrata è la sua critica alle gestioni del passato, decisa la volontà di cambiare e di rimodellare una mentalità che deve essere orientata verso lo sviluppo.

La recente storia politico-amministrativa di Mileto è stata alquanto tribolata. Cosa bisogna fare per attuare la normalizzazione?

È vero quanto mi viene chiesto. La normalizzazione si esercita attraverso un’attività mirata unicamente a salvaguardare gli interessi collettivi, avendo la forza e la capacità di tenere fuori certe logiche clientelari che sono l’anticamera della collusione. Noi nel passato abbiamo fatto scelte coerenti con i nostri principi, non abbiamo mai accettato compromessi di sorta, per questo abbiamo perso alcune battaglie (si sa la clientela è dura da vincere), ma siamo stati coerenti fin quando i cittadini, nella loro maggioranza, si sono resi conto, dopo aver preso pesci in faccia, che andava premiato chi proponeva seriamente un progetto politico di rinascita. Ora speriamo di poter lavorare serenamente e con impegno per favorire un processo di vero cambiamento.

Per molti la sua vittoria è stata inaspettata. Se analizza le fasi salienti della campagna elettorale, in cosa individua lo snodo cruciale che ha portato alla sua elezione?

Non credo che sia vero. Già l’anno scorso, nonostante avessimo una scarsa presenza di candidati delle frazioni e nel mentre contro di noi vi era uno schieramento agguerrito e compatto, abbiamo rischiato di vincere per poco. Quest’anno invece tutti si aspettavano la nostra vittoria e la temevano. Tant’è che hanno tentato di confondere l’elettorato con altre tre liste. Ma alla fine, ripeto, è prevalsa la proposta più affidabile rispetto ad un passato burrascoso del quale probabilmente solo noi non eravamo complici. Insomma, l’aver continuato a fare politica anche dopo la prima sconfitta, anche lontano dalla data delle elezioni, secondo me è stata la nostra arma vincente perché la comunità di Mileto aveva bisogno di credere nel futuro e questo non poteva essere affidato a chi da una parte si era reso responsabile e dall’altra a chi proponeva un programma negli ultimi giorni.

Da quasi due mesi amministra la città, cosa ha trovato di diverso rispetto a quello che si aspettava?

Ancora due mesi non sono passati, ho trovato un Comune allo sbando ma soprattutto ho visto negli occhi dei dipendenti un senso di mancanza di fiducia. In questi giorni lavorando alacremente ed in silenzio, dimostrando tutta la buona volontà, ho notato negli occhi dei dipendenti una luce diversa. Io so che ora loro ci credono, che si possa realizzare insieme qualcosa di positivo per la nostra comunità. Noi vogliamo rapporti trasparenti alla base dei quali vi sia la legalità e l’efficacia. Stesso discorso per la cittadinanza che, dopo i primi atti, ha maggiore fiducia in noi. Noi sentiamo la responsabilità del momento e siamo veramente impegnati per dare tutto di noi stessi per valorizzare la comunità miletese, spesso salita alle cronache per atti di violenza, ma che merita un riscatto culturale e sociale. Ed io penso di avere le carte in regola per dare una direttrice affinché  possiamo finalmente riprendere le fila di un tessuto sociale degradato in questi anni. Per ciò chiedo l’aiuto degli enti sovraordinati, dai quali mi aspetto vicinanza e disponibilità al dialogo. Del resto Mileto è la capitale religiosa della Provincia e quindi un po’ appartiene a tutti.

Quali sono le priorità del suo mandato e come pensa di centrare i principali obiettivi?

In questa prima fase le priorità sono state rappresentate dal restituire un minimo di decoro e di risolvere qualche problema quotidiano. Inoltre, mi sono attivato per riprendere tutte buone pratiche lasciate in eredità dai commissari prefettizi, il dottor Raimondo e il sub dottor Gigliotti, che colgo l’occasione per salutare e ringraziare avendo loro agito come se fossero organi politici e non semplici funzionari. I nostri obiettivi sono quelli di ridare ampio respiro alla cultura e a smuovere il tessuto sociale di Mileto. Perciò da subito ci siamo attivati per formare la Consulta delle associazioni, che sta dando i suoi frutti (a giorni verrà pubblicato il cartellone estivo) in una forma di collaborazione che lascia ben sperare. Poi si è insediata la Commissione cultura di cui mi pregio di sottolineare la presenza del vescovo Renzo, oltre ad altri animatori culturali del luogo. Il compito è di rilanciare l’offerta culturale legata al Parco Archeologico della Mileto Antica, del Museo statale, del ritorno dei sarcofagi di Ruggiero ed Eremburga, della valorizzazione della figura letteraria di Giuseppe Occhiato, insomma di creare le condizioni di fare cultura per ridare un senso alla nostra comunità. Poi c’è il Psc, a giorni avremo una riunione con i tecnici e abbiamo intenzione di accelerare l’iter di approvazione. Tra poco inizieranno i lavori per la messa in sicurezza dell’isola ecologica per rilanciare la differenziata e il servizio, compresa l’attivazione delle isole di prossimità. Inizieranno i lavori per la scuola “Morabito” e “Sorelline d’Onofrio”. Ci proponiamo di realizzare compiutamente il sistema informativo di Protezione Civile, di ristrutturare il palatenda di Paravati. Inoltre stiamo affidando la gestione del Foro Boario e del Parco archeologico. Tutto questo e altro è già programmato e i fondi ci sono. Quindi lo faremo con le nostre semplici energie. Per il futuro stiamo predisponendo studi di fattibilità per la messa in sicurezza delle strade e dei beni pubblici con l’utilizzo di fondi ministeriali. Abbiamo realizzati un nuovo pozzo e fatto un restiling delle opere di captazione per non avere grossi problemi idrici. Ci muoveremo nella promozione della cultura della legalità attraverso progetti mirati con l’ausilio delle scuole. Insomma abbiamo tanto da fare e abbiamo le idee chiare e le energie giuste. Speriamo di trovare la collaborazione di tutte le forze positive del territorio, di quelle che come noi credono che Mileto possa essere rilanciata.

Mileto è uno dei principali centri della provincia eppure, come il resto del territorio vibonese, non riesce a decollare. Perché finora le potenzialità sono rimaste inespresse?

Mileto, come altri centri, se vuole emergere ed assurgere a Città vivibile, deve sapersi rimodellare e cambiare un po’ di mentalità. Abbandonando le vecchie liturgie politiche che spesso sfociavamo nel favore personale tralasciando il bene comune. Devo dire che nella provincia di Vibo ci sono molti sindaci che stanno interpretando bene questo ruolo. Io spero di seguire i migliori esempi e di dare lucentezza all’immagine della mia comunità, che a discapito delle cronache, è una comunità portatrice di valori sani a cui io sono intimamente legato. Credo che ce la faremo.

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