“Poco più di un anno, tanto è bastato per dimostrare ciò che denunciavamo dai palchi riguardo gli annunci dei nostri avversari su un possibile distacco da Sorical. Durante la campagna elettorale la nostra comunità è stata illusa di potere ritornare ad un sistema idrico autonomo dall’invaso dell’Alaco, gestito da un’azienda partecipata che applica tariffe illegittime e non incline a rispondere alle interrogazioni, più che fondate, sulla salubrità delle acque trattate. Basta leggere gli sponsor della kermesse ‘Serre in Festival’, d’altronde, per capire che da Sorical, con questa Giunta, non ci distaccheremo; l’evento, creato da un’associazione privata gestita dal deputato Censore (operazione che sembra avere odore di campagna elettorale), è finanziato, infatti, dal sodalizio formato tra Regione Calabria e la multinazionale francese Veolia”. È quanto afferma il movimento civico “Liberamente” che critica la rassegna che parte stasera nella cittadina della Certosa ed i suoi organizzatori.
“Il rapporto tra onorevole e Sorical – spiega il gruppo di minoranza che punge in particolare l’esponente del Pd – non può passare inosservato, ma soprattutto deve aprire gli occhi alle comunità del territorio sulle convivenze di una classe politica che predica bene e, spesso, razzola male.
Come possono essere credibili, alla luce di ciò, gli impegni assunti con gli elettori da una Giunta che al parlamentare è legata a doppio filo? Il sindaco dell’On. ‘Censorical’ avrà il coraggio di ribadire ciò che dai palchi predicava in campagna elettorale? La risposta, alla luce di questi rapporti resi chiari dall’evento ‘Serre in festival’, non può che essere negativa”.
Gli appunti, oltre agli sponsor legati al settore idrico, riguardano anche quelli connessi alla Sanità e all’Istruzione.
“La manifestazione che concentrerà l’attenzione sul tema dei migranti – spiega infatti il movimento capitanato da Alfredo Barillari – è resa possibile anche dai finanziamenti del gruppo IGreco, attivo nel settore delle sanità privata. Un gruppo che produce reddito grazie alla condizione sottosviluppata del sistema sanitario regionale. A Serra, insomma, dove le problematiche maggiori riguardano le condizioni drammatiche della struttura ospedaliera e i dubbi sulla salubrità dell’acqua (pagata profumatamente dai contribuenti), assisteremo a un festival che ignora questi temi e reso possibile da chi queste emergenze non ha alcun interesse a risolverle. Gli organizzatori – aggiunge ‘Liberamente’ – parlano di ‘cultura’, una parola che può assumere diverse sfumature soprattuto se tra gli sponsor del festival viene annoverata l’Università Telematica Pegaso, istituzione più volte al centro di inchieste di portata nazionale che hanno scandagliato il sistema delle lauree online. In un territorio dove la fascia di popolazione più giovane emigra in altre città per formarsi in Università pubbliche secolari, la presenza di questo sponsor risulta irrispettosa nei confronti di genitori e ragazzi che con sacrifici e anni di studio trascorsi lontani da casa, oggi vedono promuovere la ‘cultura’ nel proprio paese da chi lucra privatamente fornendo esami da preparare online dietro il pagamento di grosse cifre”.
“Per tutti questi motivi – è il passaggio chiave – chiediamo agli uomini di Cultura (con la C maiuscola), che prenderanno parte ai dibattiti di questi giorni, di dissociarsi dagli sponsor. Come ci si può sedere, chiediamo loro, su una sedia messa a disposizione da chi trae profitti dall’acqua, dalla sanità e dal sapere? Riteniamo che solo prendendo le distanze da tutto ciò si potrà dare prova della propria dignità intellettuale. Quella politica di alcuni rappresentanti, visto il sistema su cui regge ‘Serre in festival’, ormai non è più riacquistabile”.
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