
A 500 anni della scomparsa di Leonardo da Vinci, l’Istituto Italiano di Criminologia degli studi di Vibo Valentia ha celebrato il Genio italiano, e lo ha fatto con una lectio magistralis della dottoressa Daniela Vinci, funzionario, storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
La studiosa, giunta appositamente in città, ha analizzato la vita del genio del rinascimento italiano ed ha condotto gli studenti, impegnati nel corso di laurea in “Scienze della Mediazione Linguistica indirizzo Criminologia e Intelligence”, in un percorso di analisi delle maggiori opere del maestro, esaminando i grandi capolavori che vanno dalla Vergine delle Rocce, al Cenacolo, alla Gioconda ai numerosi disegni. I lavori sono stati introdotti dalla archeologa vibonese Mariangela Preta, che ha ricordato come, molteplici furono le attività di Leonardo, pittore, scultore, inventore, anatomista, ingegnere militare, scenografo; per cui, ricordarlo è d’obbligo e costituisce motivo di orgoglio soprattutto per il nostro Paese, culla del Rinascimento e sua terra d’origine.
Grande soddisfazione è stata espressa dal professor Saverio Fortunato, specialista in Criminologia clinica e rettore dell’Istituto, che ha fortemente voluto ricordare anche nella nostra città, il genio di Leonardo da Vinci. Nel concludere i lavori ha spiegato come non solo è stato un grandissimo artista, ma soprattutto “l’indiscusso uomo d’ingegno e talento universale, uno degli uomini più significativi della sua epoca, capace di racchiudere in sé lo spirito di un tempo di grandi novità e innovazioni”.
Ancora una volta l’Istituto Italiano di Criminologia si è distinto per essere un laboratorio di idee e culla della cultura nella nostra città.