Lentini, Console, Staropoli e Giancotti: “No alla chiusura dello Jazzolino, la salute viene prima di tutto”

Continua a scuotere il dibattito politico e l’opinione pubblica la possibile chiusura dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia, in vista dei lavori finanziati con i fondi del Pnrr. Una vicenda che ha suscitato preoccupazioni e perplessità nei cittadini e che, secondo alcuni esponenti, “è fondamentale affrontare ponendo al centro il punto di vista del paziente e del cittadino”.

Ad intervenire, stavolta, è un assortito quartetto di rappresentanti politici, pronti ad analizzare i possibili effetti sulla comunità. Si tratta della dirigente regionale del Partito democratico Valeria Giancotti, del consigliere provinciale di Vibo Valentia Vincenzo Lentini, dei consiglieri comunali di Vibo Valentia Nicola Staropoli e Nicola Console, quest’ultimo in passato vicino alle posizioni di Forza Italia. L’area politica di riferimento è quella che ruota attorno al consigliere regionale Ernesto Alecci, evidentemente presente ed in crescita nel Vibonese.

I quattro esponenti premettono che “chi si trova ricoverato in ospedale per qualsiasi patologia ha diritto a ricevere le cure adeguate senza dover subire disagi aggiuntivi dovuti a trasferimenti forzati” e rilevano che “il rischio di traslochi per i degenti non è solo una questione logistica, ma un problema che impatta direttamente sulla loro salute e benessere, aggravando una situazione già di per sé difficile”.

“Noi – affermano Giancotti, Lentini, Staropoli e Console – riteniamo inaccettabile che i pazienti vengano trasferiti altrove, con tutte le difficoltà che ciò comporta per loro e per le loro famiglie. Per i cittadini della provincia di Vibo Valentia – proseguono i rappresentanti politici – l’ospedale rappresenta un punto di riferimento essenziale per l’accesso alle cure. La sua chiusura, anche temporanea, precluderebbe questa possibilità, lasciando la popolazione senza un presidio sanitario adeguato e costringendola a rivolgersi a strutture lontane e spesso sovraffollate”. Per i firmatari del documento diffuso alla stampa “è impensabile lasciare un intero territorio privo di un ospedale funzionante. La sanità deve essere organizzata per garantire assistenza continua, e non per essere sacrificata sull’altare della burocrazia o di decisioni prese senza un’adeguata programmazione”.

Per evitare queste criticità, secondo i consiglieri comunali e la dirigente regionale del Pd, “si potrebbe ricorrere al cosiddetto Piano Battistini, che prevede la possibilità di effettuare i lavori senza dover trasferire i pazienti. Questa opzione permetterebbe di mantenere attivo l’ospedale durante i lavori di ristrutturazione, garantendo al contempo l’adeguamento della struttura. Se questa opzione non fosse percorribile, allora dinanzi alla primaria esigenza di tutela del malato, si dovrebbe valutare la possibilità di rinunciare ai fondi del Pnrr. Nessun finanziamento può avere la priorità sulla salute dei cittadini”.

La posizione dei firmatari è chiara: “La salute dei cittadini deve venire prima di qualsiasi finanziamento o interesse economico. Non possiamo accettare che la logica del profitto prevalga sul diritto alla cura. Venticinque milioni di euro, trenta milioni di euro non valgono una sola vita umana!”. A loro avviso, “il finanziamento deve essere uno strumento al servizio della sanità pubblica, non un fine in sé. Investire su un ospedale vecchio, quando è già prevista la costruzione di un nuovo presidio sanitario, appare privo di logica e potrebbe persino compromettere la realizzazione del nuovo ospedale”.

Lentini, Console, Staropoli e Giancotti pongono poi una serie di interrogativi: “Ci chiediamo: perché, prima di richiedere i fondi del Pnrr, non si è pensato a come garantire la continuità dell’assistenza ai pazienti? Perché non si è pianificata una soluzione che mettesse al primo posto la salute dei cittadini? La Regione ha il dovere di informare la popolazione sullo stato dei lavori del nuovo ospedale. A che punto siamo? Qual è il cronoprogramma? Quando sarà operativo? Questi sono interrogativi a cui la politica deve rispondere con chiarezza e trasparenza”.

La chiusura dell’ospedale Jazzolino, a loro giudizio, “evidenzia un problema più ampio: la necessità di riorganizzare e potenziare l’intera rete sanitaria provinciale. È fondamentale riattivare l’ospedale di Nicotera e di Pizzo; potenziare gli ospedali di Serra San Bruno, Tropea e Soriano; migliorare l’assistenza territoriale per ridurre la pressione sull’ospedale di Vibo Valentia”.

Sull’ipotesi di allestire un ospedale da campo, i consiglieri comunali e la dirigente Pd non hanno alcun dubbio: “È inaccettabile e umiliante per la popolazione vibonese. Come sottolineato dal vicepresidente della provincia, La Sorba, questa soluzione è stata adottata solo in contesti di guerra. Solo pensare a una soluzione del genere è offensivo. I cittadini di questa provincia meritano rispetto e strutture sanitarie adeguate, non soluzioni provvisorie e inadatte”.

A giudizio di Lentini, Console, Staropoli e Giancotti, “la classe politica regionale non può continuare a ignorare la situazione sanitaria di Vibo e della sua provincia. Serve una presa di posizione netta e responsabile. Il silenzio e l’inerzia non sono più tollerabili. È necessario sapere se c’è un piano Battistini che tenga conto delle esigenze dei malati, pur non pregiudicando quest’investimento. Se così fosse, allora questo piano deve essere chiaro, e ciascuno di noi deve capire perché non si sta adottando e perché non se ne stia discutendo. In ogni caso, se questo piano non si può adottare, la Regione – o chi è il responsabile di questo procedimento – deve pensarci bene prima di creare disagi per un anno e mezzo ai malati di questa comunità. Perché, alla fine dei conti, entro un anno e mezzo – se è vero quello che dice il presidente Occhiuto – sarà pronto il nuovo ospedale. Quindi ci chiediamo: vale la pena far correre questi disagi? Diversamente, se così non fosse – concludono – vorrebbe dire che hanno preso in giro i cittadini, perché il nuovo ospedale non si farà nei tempi e nei modi promessi in campagna elettorale dal presidente della Regione, oggi commissario della sanità”.

“La vita umana è sacra, e l’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto alla salute. Questo principio – concludono i firmatari – deve essere rispettato e attuato anche nel nostro territorio, che, seppur martoriato, è fiero e determinato a non arrendersi”.

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