
Alle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di complesse ed articolate indagini condotte dalla Polizia di Stato, sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, con il coordinamento dei sostituti procuratori Stefano Musolino e Walter Ignazitto, gli investigatori della locale Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo – con il supporto operativo del Reparto Prevenzione Crimine – hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari n. 5288/2016 R.G.N.R. D.D.A., n. 70/2019 R.G.G.I.P D.D.A. e n. 64/2018 R.O.C.C. D.D.A., emessa in data 26.07.2019 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti dei seguenti 17 soggetti (12 dei quali destinatari della misura cautelare della custodia in carcere e 5 degli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravate dell’agevolazione mafiosa, tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio:
- CARIDI Antonino, di 59 anni, già detenuto – genero del defunto LIBRI Domenico detto don Mico, storico patriarca dell’omonima cosca di ‘ndrangheta – (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- SARTIANO Stefano, di 61 anni, già detenuto, esponente di vertice della cosca LIBRI (indagato per i delitti di estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati perché commessi da persona facente parte della cosca di ‘ndrangheta LIBRI, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- LIBRI Giuseppe, di 61 anni, figlio del defunto LIBRI Domenico detto don Mico, (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- LIBRI Rosa, di 58 anni, figlia del defunto LIBRI Domenico detto don Mico, (indagata per associazione mafiosa e destinataria della misura cautelare della custodia in carcere);
- PELLICANO’ Saverio, di 58 anni (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- SARICA Gianpaolo, di 43 anni, reggente del quartiere San Giorgio Extra (indagato per associazione mafiosa, estorsione in concorso e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravante, per questi ultimi due delitti, dell’essere stati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per agevolare la cosca di ‘ndrangheta LIBRI, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- ZINDATO Antonio, di 32 anni (indagato per associazione mafiosa, estorsione in concorso e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravante, per questi ultimi due delitti, dell’essere stati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per agevolare la cosca di ‘ndrangheta LIBRI, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- SERRANO’ Giuseppe, di 45 anni (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- LA PORTA Giuseppe, di 38 anni, piccolo imprenditore nel settore degli infissi in alluminio (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- BERNA Demetrio, di 46 anni, imprenditore del settore edilizio, immobiliare e della ristorazione, già consigliere al Comune di Reggio Calabria nel 2002 e 2007, oltre che Assessore al Bilancio tra il 2011 ed il 2012 (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- BERNA Francesco, di 47 anni, imprenditore del settore edilizio, immobiliare e della ristorazione, nonché Presidente, per la Calabria, dell’A.N.C.E. – Associazione Nazionale Costruttori Edili – (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- NICOLO’ Alessandro, di 58 anni, consigliere regionale in forza al partito Fratelli d’Italia, eletto in occasione delle consultazioni regionali del 2014 in quota Forza Italia, nonché capogruppo in Consiglio regionale del partito Fratelli D’Italia (indagato per associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere);
- PUTORTI’ Giuseppe, di 52 anni, avvocato penalista (indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
- TORTORELLA Giuseppe Demetrio, di 66 anni, medico odontoiatra, assessore all’Urbanistica negli anni ’90 al comune di Reggio Calabria (indagato per associazione mafiosa, estorsione e turbata libertà degli incanti, con l’aggravante – per questi ultimi due delitti – di aver commesso il fatto da parte di soggetto appartenente alla cosca di ‘ndrangheta LIBRI, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
- ROMEO Sebastiano, di 44 anni, consigliere regionale, nonché capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico (indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
- ROMEO Francesco, di 53 anni, Maresciallo della Guardia di Finanza (indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
- LAGANA’ Concetto, di 52 anni, segretario del Partito Democratico di Melito di Porto Salvo (indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari).
Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile ha notificato un avviso di garanzia a Naccari Carlizzi Demetrio, di 52 anni, avvocato ed esponente locale del Partito Democratico, per concorso esterno in associazione mafiosa. Pur ritenendo sussistente a suo carico la gravità indiziaria in ordine al suddetto delitto, il G.I.P. non ha ravvisato l’esigenza per disporre una misura cautelare.
La Squadra Mobile – con l’ausilio della Divisione Polizia Anticrimine della Questura – ha contestualmente proceduto al sequestro preventivo di diverse imprese e società, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Il valore complessivo dei beni in sequestro, nell’ordine di diversi di milioni di euro, è in corso di quantificazione.
L’indagine rappresenta il naturale prosieguo delle investigazioni condotte nell’ambito del procedimento penale n. 5614/13 R.G.N.R. D.D.A., sfociato nell’operazione Theorema – Roccaforte, nel corso della quale – il 31 luglio 2018 – la Squadra Mobile e il R.O.S. dei Carabinieri eseguirono un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 14 esponenti della cosca LIBRI e sottoposero a sequestro preventivo altre imprese e beni mobili riferibili alla predetta consorteria della ‘ndrangheta reggina.
L’operazione “Libro Nero” – condotta della Sezione “Reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione” della Squadra Mobile di Reggio Calabria – ha consentito di individuare i ruoli di ulteriori soggetti di vertice, nonché di affiliati e concorrenti esterni della cosca LIBRI, pienamente inserita nella ‘ndrangheta unitaria e attiva nella città di Reggio Calabria, segnatamente nei quartieri Cannavò, Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio e nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana.
Le evidenze investigative hanno consentito di accertare, ancora una volta, l’esistenza e la vitalità della cosca LIBRI, e della sua sub-articolazione BORGHETTO/CARIDI/ZINDATO, attraverso l’emergere di costanti e consolidati rapporti tra gli associati, della mutua assistenza fornita agli affiliati detenuti ed ai loro familiari, della consapevole compartecipazione alle condotte delittuose ed efficace ripartizione di compiti.
Nello specifico, l’inchiesta ha messo in luce il ruolo apicale ricoperto, in seno alla cosca, dal detenuto CARIDI Antonino il quale – in base alle risultanze delle intercettazioni – aveva ereditato il ruolo di capo cosca direttamente dal defunto suocero LIBRI Domenico, detto don Mico, storico patriarca dell’omonima potente cosca reggina. Nonostante fosse sottoposto al c.d. carcere duro, CARIDI avrebbe continuato ad impartire direttive agli affiliati liberi, attraverso i colloqui con la moglie LIBRI Rosa (figlia del suddetto Domenico LIBRI) e con l’avvocato PUTORTÌ Giuseppe, suo difensore di fiducia. Il detenuto avrebbe fatto giungere all’esterno le sue disposizioni anche attraverso missive, dal contenuto criptico e con allusioni religiose, che spediva a PELLICANO’ Saverio il quale le avrebbe consegnate, a sua volta, a LIBRI Rosa. L’avvocato PUTORTÌ Giuseppe avrebbe portato a destinazione le direttive impartite dal detenuto, incontrando personalmente alcuni esponenti della cosca, sia presso il proprio studio che in altri luoghi, dando peraltro loro utili indicazioni in merito, ad esempio, ad eventuali attività commerciali da acquistare al fine di accrescere il potere economico dell’organizzazione criminale.
LIBRI Giuseppe, al pari del cognato CARIDI Antonino, durante il periodo di detenzione, dal luglio 2007 a ottobre 2014, avrebbe continuato ad impartire ordini dal carcere e a comunicare con altri componenti della cosca, attraverso missive spedite a LA PORTA Giuseppe o avvalendosi dell’apporto di un agente della Polizia Penitenziaria infedele, non identificato. Dopo la scarcerazione, ha ripreso ad occuparsi degli affari del sodalizio.
PELLICANÒ Saverio avrebbe svolto il ruolo di factotum di CARIDI Antonino e di Rosa LIBRI, mettendo a disposizione del sodalizio criminale conti correnti postali a suo nome, gestendo conti correnti bancari intestati a ditte riferibili alla cosca, garantendo in generale la prosecuzione delle attività illecite del sodalizio e la cura dei suoi molteplici interessi illeciti.
SARICA Gianpaolo avrebbe esercitato il potere criminale della consorteria sulle proprie aree di influenza, rapportandosi direttamente, quando non era detenuto, con CHIRICO Filippo, altro elemento di vertice della cosca LIBRI. Avrebbe incontrato soggetti affiliati ai LIBRI e alle altre cosche e verificato l’andamento delle attività commerciali di interesse della compagine criminale. Per il ruolo svolto e la lealtà dimostrata alla famiglia, gli sarebbe stata affidata, direttamente dal CARIDI e per conto dei LIBRI, la reggenza della cosca sul quartiere San Giorgio Extra.
Principale collaboratore di SARICA sarebbe ZINDATO Antonio il quale, oltre ad essere stato suo autista ed esecutore delle sue direttive, sarebbe stato preposto alla custodia delle armi ed all’esecuzione materiale di danneggiamenti nel suddetto quartiere di Reggio Calabria. A SARICA e ZINDATO, oltre al delitto di associazione mafiosa, sono contestati i delitti di porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo e di estorsione aggravata, avendo costretto il titolare di un esercizio commerciale di arredi a rinunciare al versamento del denaro dovuto, a titolo di prezzo, per i lavori di realizzazione e montaggio di tende da sole e da interni presso l’abitazione dello stesso SARICA, intimidendo l’esercente mediante l’esplosione di 8 colpi di pistola cal. 7.65 contro la serranda del suo negozio.
SERRANO’ Giuseppe (inteso “Peppi ri Ceddi”) affiliato alla cosca LIBRI, sarebbe stato più volte delegato da CHIRICO Filippo come suo “ambasciatore”, sicché sarebbe stato solito incontrarsi e riunirsi con altri sodali; avrebbe curato alcuni aspetti degli interessi imprenditoriali della cosca, intestandosi perfino una ditta (la INNOVA Impianti di SERRANO’ Giuseppe).
L’inchiesta ha consentito di fare luce anche sui rilevanti interessi economici e politici della cosca LIBRI, svelando il ruolo di affermati imprenditori e noti soggetti politici locali e regionali asserviti totalmente alle volontà della consorteria criminale come soggetti intranei o concorrenti esterni.
In particolare, è stato accertato come la citata cosca di ‘ndrangheta, in una sorta di proiezione aziendalistica che tende a reinvestire il frutto delle illecite attività, abbia favorito, nel corso del tempo, alcuni imprenditori che, prima facie, potevano sembrare avulsi da qualsiasi contesto mafioso, ma al quale di fatto ne sono risultati pienamente intranei. Detti soggetti, rispondendo alle logiche ed alle strategie di sviluppo imprenditoriale pianificate dai vertici della cosca e godendo degli occulti finanziamenti e delle protezioni derivanti dalla stessa, hanno assunto posizioni di assoluto rilievo nei loro ambiti operativi. Essi si individuano nei fratelli BERNA Francesco e Demetrio, diretta espressione della cosca LIBRI che, in quanto tali, da un lato avrebbero sempre goduto della protezione dei soggetti apicali della citata consorteria di ‘ndrangheta, riuscendo ad avviare e far crescere in modo esponenziale le proprie attività imprenditoriali, dall’altro l’hanno, a loro volta, finanziata.
Nel corso del tempo, i fratelli BERNA hanno conquistato posizioni di assoluto rilievo nel panorama edilizio ed immobiliare di Reggio Calabria. Ad essi sono oggi riconducibili diverse imprese e società.
Francesco BERNA è, come detto, presidente, per la Calabria, per il triennio 2017 – 2020, dell’A.N.C.E. (Associazione Nazionale Costruttori Edili). Il fratello, Demetrio BERNA, ha anche un passato di soggetto politico presso il comune di Reggio Calabria.
L’attività investigativa – effettuata sia a riscontro delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia (e di Enrico DE ROSA in particolare), sia mediante servizi di intercettazione telefonica ed ambientale – ha dimostrato come la cosca LIBRI, nell’ottica di un sempre maggiore ed efficace sviluppo dei propri interessi criminali, oltre ad essere perfettamente in grado di interferire nelle dinamiche economico/imprenditoriali locali, è stata allo stesso tempo capace di infiltrarsi in quelle politico/elettorali del territorio cittadino, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto sinallagmatico (vincolato ai patti stipulati e ai vantaggi promessi e/o accordati), destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso.
I LIBRI avrebbero saputo elaborare, tramite il medico odontoiatra TORTORELLA Giuseppe Demetrio (con un passato di consigliere e assessore all’urbanistica al comune di Reggio Calabria) e SARTIANO Stefano, raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali.
Invero, l’ascesa politica del Consigliere regionale NICOLO’ Alessandro sarebbe stata costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca LIBRI. L’attività di indagine ha fornito importanti elementi sulla centralità del ruolo svolto – per conto della citata cosca – dal binomio TORTORELLA/SARTIANO in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del novembre 2014. In quella tornata elettorale, la consorteria avrebbe convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso NICOLO’, il quale venne eletto consigliere regionale in quota Forza Italia, salvo poi transitare nel partito Fratelli d’Italia, di cui è l’attuale coordinatore provinciale.
Gli interessi criminali della diade TORTORELLA-SARTIANO hanno riguardato anche ambiti di diverso orientamento politico.
Le risultanze delle attività di intercettazione hanno fatto emergere chiaramente come la cosca LIBRI puntasse a coltivare accordi mafiosi a prescindere dal colore politico, appoggiando soggetti in grado di gestire spazi di potere.
Ed infatti, l’attività investigativa ha dimostrato come detta cosca, per infiltrare le istituzioni, abbia intessuto, nel tempo, analoghi rapporti di scambio elettorale politico mafioso anche l’avvocato Naccari Carlizzi Demetrio, esponente locale del Partito Democratico, indagato nella presente inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa.
È anche indagato nella presente inchiesta, per concorso in tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio anche il politico reggino ROMEO Sebastiano (attinto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari), attuale capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale.
Colpiti da ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per il delitto di tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio sono, in concorso con il predetto ROMEO Sebastiano, ROMEO Francesco (Maresciallo della Guardia di Finanza) e LAGANA’ Concetto (esponente del Partito Democratico di Melito Porto Salvo). L’attività di indagine ha consentito di accertare come ROMEO Francesco abbia inteso avvicinare ed incontrare di persona il politico ROMEO Sebastiano, per il tramite di LAGANA’ Concetto, con lo scopo di rivelare al suddetto consigliere regionale notizie riservate su attività di indagine che lo riguardavano, in cambio di favori personali.
TORTORELLA Giuseppe Demetrio e SARTIANO Stefano devono, infine, rispondere di alcuni episodi aggravati di estorsione e turbata libertà degli incanti, connesse all’acquisito di immobili alle aste giudiziarie relative a procedure che riguardavano gli stessi indagati.