Legami fra ‘ndrangheta e Istituzioni: i ruoli di comando e le modalità di scelta descritti nella relazione Roberti-Bindi

È uno scenario inquietante quello descritto nella relazione della Dna presentata dal procuratore Franco Roberti e dalla presidente dell’Antimafia Rosy Bindi. In particolare, emergono la crescita delle influenze esercitate dalla criminalità organizzata ed il proliferare di attività anche al di là dell’oceano. Le indagini avrebbero, infatti, “rivelato un rapporto tra ‘ndrangheta, esponenti di rilievo delle Istituzioni e professionisti, legati anche ad organizzazioni massoniche ed ai Servizi segreti, di piena intraneità, al punto da giocare un ruolo di assoluto primo piano nelle scelte strategiche dell’associazione, facendo parte di una ‘struttura riservata’ di comando”. Inoltre, nella relazione viene sottolineata la presenza della ‘ndrangheta in “tutti i settori nevralgici della politica, dell’amministrazione pubblica e dell’economia, creando le condizioni per un arricchimento anche intercettando importanti flussi economici pubblici ad ogni livello”. La ‘ndrangheta, che manterrebbe il “predominio assoluto” nel narcotraffico, avrebbe invaso “quasi tutte le regioni nonché vari Stati” riuscendo a penetrare a fondo anche “nei paesi del Nord America”.

 

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