L’EDITORIALE / I serresi, “l’anarchia” e i controlli: ora Tassone diventa il “sindaco sceriffo”

Molti non se l’aspettavano, altri preferivano “prudenza” temendo reazioni “elettorali”. Ma lui, Luigi Tassone, oramai ha scelto la via della mano pesante perché – parole sue – dopo “anni di anarchia” bisogna “mettere ordine”. Soprattutto ha voluto mandare un messaggio che serva per il resto della consiliatura: “ci sono delle regole e vanno rispettate, bisogna ripristinare quel senso civico che in molti casi manca”. Tradotto: anche a costo di perdere qualche consenso, si deve guadagnare un’autorevolezza che tornerà utile nel lungo periodo. All’immagine di Serra, ai suoi abitanti, alla sua classe politica. I provvedimenti recentemente adottati per volontà del sindaco hanno creato non poche discussioni: prima il divieto di giocare a pallone nelle principali piazze del centro storico e poi l’adozione di un sistema di videosorveglianza per contrastare l’abbandono indiscriminato di rifiuti hanno segnato uno step. Certo, si tratta di misure da perfezionare e migliorare, ma si dà l’idea di voler intervenire. La sensazione è che questo effetto sorpresa, se abbinato ad un efficace sistema sanzionatorio e corredato dell’appoggio popolare, possa scoraggiare le violazioni. C’è chi gradisce e chi non apprezza questa rinnovata severità, ma intanto nella cittadina della Certosa si è tornato a parlare di “visione” politica. Il modo di amministrare, il confronto fra maggioranza e opposizione(i), la diversa interpretazione dell’ordine delle priorità hanno riacquisito centralità nei dibattiti popolari. In questo frangente temporale Tassone sembra essersi ritagliato il ruolo di “sindaco sceriffo”, termine che può essere ambivalente nel senso che viene utilizzato nell’accezione positiva o negativa a seconda delle preferenze dei singoli rispetto a questa forma di “decisionismo”. Al di là dell’orientamento politico degli elettori, pare ipotizzabile che il successo di queste iniziative, anche dal punto di vista educativo, dipenda dai destinatari: se verranno percepite come tese a diffondere il senso di rispetto allora Serra potrà cancellare lo stato di confusione che talvolta è emerso, se al contrario prevarrà l’aspetto dimostrativo-punitivo si rischia un conflitto fra cittadini ed Istituzione. In questo contesto, anche l’atteggiamento della minoranza può giocare un ruolo importante. L’esempio della Ztl vale per tutti: se l’obiettivo è quello di regolamentare l’accesso al cuore di Serra non puó che creare una prospettiva, se invece si vuole fare cassa cresceranno tensione e diffidenza.

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