
di Michele Furci – Chi parla di Agenda Draghi deve avere il coraggio di definirla con l’idea politica di cui è veramente portatrice e cioè del programma iper liberista che ha al centro gli interessi del mercato finanziario. Si tratta perciò della cultura politica su cui poggia l’intero sistema delle multinazionali e della logica del marcato del lavoro deregolamentato che genera la precarietà e le basse retribuzioni. E il tutto nella mera illusione di reggere la competizione con le produzioni asiatiche e cinesi in particolare, facendo leva sul finanziamento del debito pubblico all’infinito.
Tutto ciò è incompatibile con l’Agenda sociale che, al contrario, deve avere al centro la tutela e l’estensione dei diritti del grande mondo del lavoro produttivo. Un modello quindi che non poggia su un’indistinta declamazione di presunti valori di una sinistra storica che fu, bensì di un’idea progressista in cui deve primeggiare un programma che abbia al centro il valore universale delle pari opportunità nella divisione del lavoro e nella redistribuzione della ricchezza, secondo una visione egualitaria delle donne e degli uomini che operano in questo ambiente storico.
Non si può anteporre qualunque interesse popolare all’idea che l’aumento dei costi energetici e la guerra siano due fenomeni ineluttabili, senza domandarsi il perché in Occidente e in Italia accade tutto ciò.
Non si può anteporre quindi il diritto di ogni popolo a utilizzare le proprie risorse, umane e materiali possedute, in nome di una presunta compatibilità del mercato che, secondo le sue regole, vorrebbe mettere in secondo piano la cultura eco sostenibile raggiunta dall’umanità. Le sole logiche del mercato finanziario, infatti, vorrebbero continuare a marginalizzare moltissimi settori produttivi del primario e del secondario italiano ed europeo, sostenendo la globalizzazione delle merci senza regole limitative degli Stati come un fenomeno indiscutibile.
Lo stato di difficoltà in cui versa l’economia occidentale in materia agroalimentare e nei rifornimenti energetici non sono un fenomeno degli ultimi anni, bensì la risultante di una indiscriminata politica introdotta sin dagli anni ’80 e ’90 con le privatizzazioni dei settori strategici dell’agricoltura e dell’industria che, marginalizzando l’economia produttiva a favore della finanziarizzazione e del debito pubblico, ha reso sempre più dipendente la sovranità degli Stati dalla speculazione dei mercati azionari.
L’uno e l’altro fenomeno sono la conseguenza di comportamenti e atti, che i governanti hanno compiuto nel corso degli anni. E così l’uno è la faccia di una stessa medaglia di cui debbono rispondere proprio i governi Europei di Centro Destra e di Centro Sinistra, che tutto hanno fatto meno che la vera Unione Politica. Una Europa sovrana, infatti, non avrebbe potuto che essere autonoma dagli interessi altrui!
Proporre perciò una Agenda Draghi è sbagliato sul piano politico, ma è altrettanto ancora più grave sul piano culturale e sociale, giacché non si propugna l’estensione della partecipazione democratica dei cittadini per una maggiore consapevolezza, ma si diffonde la cultura servile di affidarsi all’uomo forte, rispettato dalla lobby finanziarie e da quelle militari. Si contrappone alla politica della pace e del dialogo quella bellicista, pur sapendo che storicamente i conflitti tra popoli continentali e tra gli stessi e quelli dei diversi continenti si possono sanare e concludere soltanto con la cultura della complementarietà e della sussidiarietà delle risorse globali e con l’equilibrio nella ripartizione della ricchezza che si produce grazie alle grandi conquiste tecno-scientifiche; conquiste che non sono il frutto soltanto di una parte del mondo ma dell’intera umanità che opera in questo scorcio di terzo millennio.
Un’idea siffatta coerentemente portata avanti da un organismo come l’Onu sì che metterebbe in soffitta la guerra combattuta tradizionalmente e anche modernamente, giacché in tal modo emergerebbe con nettezza la stortura delle distruzioni e delle vittime che, comunque sia, sono sempre da definire innocenti!