di Giuseppe Mazza – Così è terminata anche questa stagione per la Reggina. Una stagione nata trovandosi quasi per caso in Lega Pro, dopo un tremendo Campionato di Serie D, che ha visto i colori amaranto umiliati e messi sotto da compagini che ben poco hanno in comune con la storia, comunque importante, della Reggina.
Il tifoso occasionale farà fatica a comprendere la gioia per il risultato che Coralli e compagni hanno raggiunto. La permanenza nella vecchia Serie C non era affatto scontata.
La mossa azzeccata è stata quella di affidare la panchina a Karel Zeman, figlio del celebre Zdenek, che nel momento decisivo ha saputo compiere un passo indietro rispetto a quello che era sempre stato il suo credo calcistico, fortemente influenzato dalle radicali idee tattiche del padre. Ebbene, Zeman ha dato la svolta quando ha deciso di abbandonare il 4-3-3, vero e proprio marchio di fabbrica della famiglia, in luogo di un ben più funzionale 3-5-2, che ha giovato ad una formazione capace nel girone di ritorno di rendersi protagonista di un rendimento da playoff.
I calciatori, dal canto loro, hanno saputo fare gruppo. Si è creata sintonia, grazie al giusto mix messo insieme dall’oculato operato di Gabriele Martino, che ha saputo unire elementi di esperienza come Coralli e Botta, a tanti giovani prodotti del florido vivaio amaranto, ma non solo. Gli innesti dei ragazzi di proprietà di grandi squadre come Inter, Milan e Fiorentina sono stati altrettanto determinanti ai fin del raggiungimento dell’obiettivo salvezza.
Per il prossimo anno, l’auspicio è quello di ripartire da Zeman, che oltre ad una certa ed indubbia capacità tecnico-tattica, ha dimostrato un inaspettato attaccamento verso la maglia e la città. Il presidente Praticò ed il ds Martino non hanno nascosto che per il 2017-2018 l’ambizione sarà quella di riportare la Reggina in grado di lottare per gli altri obiettivi. La Serie B potrebbe non essere più un miraggio. Negli ultimi mesi si è rivista, intorno all’ambiente amaranto, una passione che era stata persa. La scellerata gestione portata avanti dal 2008 al 2016 ha allontanato molti cuori dalla squadra e dall’amore per la maglia.
Il tifoso occasionale si è disinnamorato perché non c’è più la Serie A, a cui si era abituato in modo indolente, dimenticando le radici e quella che era la dimensione della realtà calcistica amaranto soltanto pochi anni prima di quel periodo rigoglioso.
Il vero tifoso, invece, si è disinnamorato per la totale mancanza di ambizioni. Lo sport è ambizione. Finalmente le ambizioni sembrano essere tornate ad essere proprie della Reggina. Una piccola luce dentro il cuore di quel tifoso vero, ma disinnamorato, sta per riaccendersi. Reggina è stata per anni sinonimo di entusiasmo. Forse è arrivato il tempo di innamorarsi ancora…
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