In poco meno di un mese magistratura e Polizia di Stato ritengono di aver chiuso il cerchio sul tentativo di rapina perpetrato in un istituto bancario ubicato lungo il centralissimo Corso Mazzini di Cosenza alcune settimane fa.
Infatti nel pomeriggio di ieri, la Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa lo stesso giorno dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale ordinario di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un pregiudicato, il 46enne F.V., di Cosenza, accusato dei reati di rapina, violenza privata, porto abusivo di oggetti atti ad offendere, evasione.
In particolare, la rapina era avvenuta attorno alle 11 del 17 giugno scorso allorquando un individuo, indossando una tuta da meccanico, un cappellino e una mascherina, è entrato all’interno della filiale dell’istituto bancario “Banca Popolare di Bari” e, dopo aver scavalcato il vetro che divide le casse dal pubblico, sotto la minaccia di un taglierino, ha intimato ad alcuni dipendenti di consegnare il denaro contenuto nelle casse. Nella circostanza l’azione criminale del malvivente ha incontrato l’inaspettata reazione di alcuni dipendenti che lo hanno affrontato, anche brandendo alcune sedie, cogliendolo alla sprovvista per cui questi non ha potuto fare altro che farsi scudo con un cliente lì presente per guadagnare l’uscita e scappare via.
All’individuazione del presunto autore della rapina gli investigatori sono giunti grazie a una serie di accurati accertamenti: più specificamente, il sospetto malvivente è stato individuato attraverso il riconoscimento fisiognomico fatto in base all’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza dagli uomini della IV sezione “Reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile e, parallelamente, attraverso la comparazione delle impronte digitali trovate sulla scena del crimine dagli specialisti del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica della Questura.
L’arrestato dovrà rispondere anche del reato di evasione atteso che il giorno della rapina si trovava in regime di arresti domiciliari.
L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Castrovillari.