La denuncia di “Serra al centro”: “Decretata la chiusura della Lungodegenza, è un colpo basso di Occhiuto e di chi lo asseconda”

“Il presidente Occhiuto ha confermato, ancora una volta, la tendenza a fare figli e figliastri sferrando, con la chiusura della Lungodegenza dell’ospedale ‘San Bruno’, un colpo basso nei confronti della comunità delle Serre”.

Il movimento “Serra al centro” dà notizia alla popolazione di “un decreto del commissario alla Sanità Occhiuto con il quale viene cancellata la speranza per le zone interne del Vibonese di poter usufruire di prestazioni che, a parole, sono sempre state date per certe e che ora scompaiono in un istante, decreto che svuota ulteriormente il nostro ospedale”. La presa di posizione è dura perché “questa privazione, già di per sé insopportabile, è resa ancor più amara dall’evidente disparità di trattamento fra territori messa in atto da finge di non comprendere che senza servizi essenziali non c’è un domani”.

Secondo il gruppo, “Occhiuto continua a privilegiare spudoratamente alcune aree a danno di altre, senza che i rappresentanti istituzionali che dovrebbero difendere questa comunità dicano alcunché”. “Al netto delle passerelle, delle foto, delle rassicurazioni di chi afferma di voler tutelare gli abitanti delle Serre – sostiene ‘Serra al centro’ – non c’è traccia di incisivi interventi istituzionali né di efficaci azioni politiche. C’è invece una supina accettazione di decisioni partorite in stanze rispetto alle quali è permesso l’accesso a pochi. Lo stesso sindaco di Serra San Bruno deve capire che il popolo gli ha assegnato un ruolo, che non può certamente essere quello di chi asseconda il governatore o peggio obbedisce con la testa bassa e il cappello in mano”.

“Noi – asserisce il movimento – ci rifiutiamo di prendere in considerazione la cancellazione della Lungodegenza dall’ospedale e ci batteremo fino in fondo per rivendicare il sacrosanto diritto alla tutela della salute della gente seria e laboriosa che ha deciso di vivere in questo territorio nonostante le difficoltà determinate da ataviche condizioni storiche e infrastrutturali, ma anche dalla mancanza di visione e di azioni di chi dovrebbe essere da guida per l’entroterra vibonese e per la Calabria. Noi non ci rassegniamo – conclude il movimento – e invitiamo tutti coloro che hanno davvero a cuore il futuro di questa terra a unirsi a noi per far valere i nostri diritti”.

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