La censura di Siclari: “La situazione che viviamo è la più umiliante conferma della definitiva morte della politica”

"Non è sufficiente legiferare se poi sistematicamente la fase più importante, quella dell'applicazione non viene eseguita"

*di Ernesto Siclari, componente Esecutivo provinciale Fratelli d’Italia Reggio Calabria – È vero. Non sto intervenendo sulla scena politica da qualche tempo, ma non certo perché mi stia tirando indietro in un momento così difficile. Anzi, il mio impegno resta costante e si intensifica. Solo, credo che serva a poco scrivere ridondanti slogan, ripetitive frasi in uno scenario catastrofico in cui chiunque si sta ergendo ad esperto sul web.


Il mio è un silenzio di rispetto. Di rispetto e ponderazione. Intervenire solo per protagonismo o per censurare comportamenti e fatti altrui è cosa che mi appare come poco edificante, credetemi, poco produttiva e conducente a fini utili alla causa.
E di censure ce ne sarebbero tante a cominciare dal livello nazionale. Purtroppo, siamo governati da incapaci e improvvisati. La situazione che stiamo vivendo è l’ultima e più umiliante conferma della definitiva morte della politica.
Non esiste più chi si assuma responsabilità e rischi sulla propria pelle con decisioni e scelte.
Ragionavo nei giorni scorsi sulla intempestività mostrata da Conte nell’anticipare i contenuti di un decreto non ancora firmato e che aveva provocato il rientro pericolosissimo di tutti i meridionali andati negli anni ad arricchire con lavoro e competenza le regioni del nord. Ma se un errore ci può stare in termini di colpa il secondo no, il secondo sa di dolo; perseverare è diabolico e Conte sabato notte ha perpetrato un sospetto bis ai danni delle regioni del sud. Bene ha fatto Jole Santelli a disporre la sua ordinanza, ma il problema vero del nostro Paese, della Calabria e ancor più di Reggio sta proprio nella mancata capacità di dare esecuzione concreta ai provvedimenti normativi. Non è sufficiente legiferare se poi sistematicamente la fase più importante, quella dell’applicazione non viene eseguita.
Il Sindaco Falcomatà può essere censurato per la sua ordinanza di dubbia legittimità, ma il problema vero, in tempi disperati come quello che stiamo vivendo, è ben altro: decidere di chiudere una strada, una città e financo una regione non serve a nulla se manca la vigilanza e il controllo, la repressione e la conseguente sanzione. È regola democratica che vale in tempo di pace e soprattutto adesso.
E proprio su questo tema sembra che le istituzioni stiano mostrando grosse falle, nonostante si cerchi di fare apparire il contrario.
Molti reggini non hanno ben compreso che continuare a transitare fuori dalle proprie abitazioni senza un valido motivo è questione che mette in serio pericolo non soltanto loro stessi, ma l’intera comunità. Però questo grosso problema di mancanza di coscienza civica e di inosservanza delle norme non si risolve certamente con un giro di vite normativo in più, stanti le prescrizioni fortemente limitative della libertà personale, ma anche di difficile e controversa interpretazione, che altro non fanno che alimentare polemiche.
La situazione è davvero troppo drammatica e preoccupante per la sicurezza della salute pubblica.
Ciò che serve alla popolazione è la presenza sostanziale e non soltanto virtuale dei presidi istituzionali. Gli italiani, i reggini chiedono protezione, tutela, informazioni univoche e risposte certe, per quanto queste siano possibili.
Ciò che serve in tempi normali, urge in momenti come questo e solo la Politica attraverso le Istituzioni che rappresenta può e deve dare le giuste, necessarie risposte. È il suo scopo. Ma la Politica, come detto, non c’è.
Infine, alla piccola comunità che riconosce in me un ruolo politico e fa riferimento alla mia azione in questa città posso solo dire e chiedere di stringere i denti ancora, fare un grande sforzo appellandosi a tutti quei principi e valori che hanno sempre ispirato il nostro essere.
Torneremo ad abbracciarci e a fare parlare di noi e di ciò che siamo.

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