Inchiesta “Imponimento”, per il Riesame Vincenzo Renda fu vittima di estorsione: una versione cha cambia il giudizio sull’uomo

Una realtà raccontata in modi completamente opposti che dipinge un uomo – perché prima di essere imprenditori o avvocati si è uomini – ora come legato alla ‘ndrangheta ora come vittima di estorsione. Le motivazioni del Tribunale del Riesame di Catanzaro – che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari stabilita dal Gip – ha “riscritto” la figura di Vincenzo Renda, 50enne finito nella rete della giustizia nell’ambito dell’inchiesta “Imponimento”.

La versione del Gip

Secondo l’accusa, Renda avrebbe flirtato con la cosca Anello nelle operazioni di realizzazione del resort “Galia” di Pizzo Calabro consentendo lo smaltimento illecito di “rifiuti prodotti dalle attività di demolizione e sbancamento dell’area del cantiere” facilitando l’aumento della “capacità economica del sodalizio”. Una versione contestata dall’avvocato Diego Brancia che ha rilevato la carenza di gravità indiziaria e l’insussistenza delle esigenze cautelari.

La versione del Riesame

Parere assai diverso quello del Tribunale del Riesame, secondo il quale Renda sarebbe stato “costretto, in considerazione della completa soggezione all’intimidazione derivante da Rocco Anello e dalla consorteria di appartenenza, ad aderire alla determinazione di costui nello smaltimento di rifiuti prodotti nel cantiere per la realizzazione del villaggio Galia, senza alcuna possibilità di opposizione alle decisioni di Anello”. Da ciò deriverebbe che non può sostenersi “con elevata probabilità, la sussistenza di un quadro di gravità indiziaria a carico di Vincenzo Renda in ordine al reato di illecito smaltimento di rifiuti, in quanto l’intervento della consorteria di Rocco Anello anche nell’attività di trasporto e smaltimento dei rifiuti prodotti nel cantiere lascia anche fondatamente ritenere, alternativamente alla prospettata partecipazione, che vi sia stata imposizione a Vincenzo Renda della determinazione di Rocco Anello quanto alle modalità di smaltimento e alla scelta dell’impresa da utilizzare per il trasporto dal cantiere in altro luogo”.

La riflessione

Dunque, fatti dal tenore assolutamente diverso nell’una e nell’altra ipotesi che cambiano completamente la posizione di Renda e che spingono ad una riflessione: l’interpretazione e la conseguente applicazione della giustizia può cancellare o riabilitare la personalità dell’individuo su cui, nel momento della diffusione a mezzo stampa delle risultanze investigative o processuali, vengano elaborati giudizi sociali, amplificati dagli strumenti moderni di comunicazione, senza disporre delle necessarie informazioni anche solo per farsi un’idea che non sia banale o populistica. Tendenze, quelle correnti, che spesso spingono a non considerare l’uomo in quanto tale e dotato di una coscienza e di una storia personale.

Contenuti correlati