“In movimento” si presenta: “Serra San Bruno sta morendo, noi in campo per la ripartenza”

“Aperta”, costituita da “più realtà politiche”, “non contro l’Amministrazione comunale a prescindere”. Si presenta così l’associazione “In movimento” e si propone di andare per step successivi per illustrare le proprie iniziative ed essere da pungolo rispetto a chi ha responsabilità di gestione della cosa pubblica. Il primo atto della nuova avventura lo ha disegnato Walter Lagrotteria, che ha fotografato una realtà in cui “Serra sta segnando il passo economicamente, culturalmente e su tutti i livelli” e si notano “solo sussulti come in un paziente che sta morendo”.

L’intenzione è quella di “essere propositivi”, “adoperarsi per la ripartenza del territorio” e “lavorare per il bene di Serra, che deve riprendere il suo ruolo di guida”, senza però ignorare che “quella che doveva essere l’Amministrazione ‘del cambiamento’ e delle battaglie si è dimostrata disinteressata alla sorte dell’Agenzia delle Entrate”. A suo avviso, gli attuali amministratori “non hanno un progetto chiaro per Serra, nella loro propaganda non c’è un’idea di sviluppo”. Lagrotteria si è chiesto “che fine ha fatto la difesa dei lavoratori che ora temono di non ricevere lo stipendio a fine mese” e, con tono di sfida, ha detto di “accettare di occupare la sedia vuota che veniva brandita in campagna elettorale” e che era divenuta simbolo di una volontà di confronto.

Pesante l’affondo di Valeria Giancotti che ha denunciato “una forte staticità” sostenendo che “Serra è tornata indietro di parecchi anni nel silenzio dell’Amministrazione”. Riferendosi all’avviso riguardante l’Angolo delle tradizioni (casette di Santa Maria del Bosco), ha asserito che “gli imprenditori si sono quasi visti ‘rubare’ ciò che avevano costruito”, mentre oggi “non si può usufruire nemmeno dell’acqua e la Ztl è senza contenuti”. Sulle criticità ha insistito Francesco Tassone che ha condannato “un’Amministrazione che non guarda oltre il proprio naso, non si oppone alla perdita dei servizi, nè ne attrae di nuovi come poteva essere l’ufficio di prossimità”. Simile il senso dell’intervento di Pino Raffele, orientato a mettere in luce che “del programma con il quale ‘Liberamente’ si è presentata agli elettori, nessun punto è stato affrontato”. In particolare, “la pulizia viene eseguita sempre nelle stesse zone del paese, non c’è nessuna programmazione a monte, il distacco da Sorical non è all’ordine del giorno e, addirittura, si replica un’ordinanza di non potabilità dell’acqua su un’altra ordinanza già vigente”. In più, “la viabilità è disastrata”,“nessuna azione c’è stata nel settore sportivo” ed è evidente “il degrado dello stadio e del campetto presso il Calvario”. “Altre città – ha aggiunto – hanno cercato di evitare il dissesto e ci sono riuscite, mentre a Serra il tema è stato affrontato con superficialità”. Nel mirino di Domenico Zaffino è entrato “un modo di comunicare alla popolazione non idoneo (i social e i giornali on line) in quanto non raggiunge la fascia più anziana della popolazione”, mentre Giuseppe Ferragina, partendo dalle questioni relative allo “spopolamento” e alla “decadenza”, ha invitato “i giovani ad impegnarsi per il futuro di Serra”. Anche secondo Bruno Rosi “l’obiettivo è quello di far sì che le prossime Amministrazioni non si trovino nelle condizioni di avere eletti che non hanno esperienza amministrativa e, dunque, di formare giovani e meno giovani sul funzionamento della macchina amministrativa”. Per l’ex sindaco, inoltre, “non c’erano le condizioni per dichiarare il dissesto”, ma “andava rimodulato il Piano di riequilibrio coinvolgimento tutto il Consiglio comunale” anche perché “Serra ha circa un milione di euro di introiti annui di lotti boschivi”, “con l’approvazione del Psc si potevano incassare gli oneri di urbanizzazione” e poi “si poteva procedere con una sanatoria” in campo edilizio. Altra priorità, per Rosi, è la richiesta di “rifinanziamento del Pis Oreste” ed “il collegamento della Certosa alla rete fognaria”.

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