Il silenzio, il pianto e l’amore sconfinato: l’ultimo saluto a Bruno Vavalà e Nicola Callà

Piazza monsignor Barillari non riesce a contenere una comunità incredula, sconvolta, stravolta. Soprattutto non riesce a contenere il carico di lacrime e dolore, di speranze frantumate, di riflessioni non sempre lucide appena sospirate. La lunga e straziante settimana vissuta in un fazzoletto di terra sempre più devastato da tragici eventi è di quelle che non si dimenticano: il clima di tristezza e tensione è calato in ogni angolo del circondario facendo prevalere un senso di impotenza e fragilità. Il pensiero va inevitabilmente alle prime ore di domenica quando un drammatico incidente ha cancellato la vita di Bruno Vavalà e Nicola Callà nelle vicinanze dell’uscita di Simbario della Trasversale delle Serre.

Durante i funerali svoltisi nella Chiesa Matrice, c’è solo spazio per un raggelante silenzio, squarciato da pianti a dirotto, e per una certezza: l’affetto smisurato verso di loro non cesserà mai, il loro ricordo sarà sempre presente nella mente e nel cuore di quanti li hanno conosciuti. Bruno e Nicola, due persone diverse accomunate dalla laboriosità e dalla voglia di impegnarsi al massimo: il primo era una ragazzo allegro, socievole, aperto; il secondo era un padre silenzioso, amorevole, desideroso di fare di tutto per il futuro delle proprie figlie. “Non ci sono parole – ha affermato durante l’omelia don Leonardo Calabretta – per esprimere un dolore così grande. Siamo di fronte ad una realtà triste, non prevista e non prevedibile. Ci sentiamo defraudati, impoveriti. Ma siamo sicuri che Bruno e Nicola oggi sono camerieri al banchetto dell’Agnello divino, dove avranno la gioia repentinamente interrotta sulla terra”. Al termine della funzione, don Calabretta ha dato lettura del messaggio della Squadra Maiolo, che ha voluto ricordare i “colleghi”. Poi un sentito applauso, con palloncini colorati e colombe bianche che si sono alzate in volo, con occhi gonfi di bambini, ragazzi e adulti. Di familiari, di amici, di conoscenti e anche di chi, pur non avendo potuto conoscere Bruno e Nicola, è rimasto colpito dal loro “destino”. Una parola quest’ultima rimbombata con insistenza negli ultimi giorni. Prima dell’avvio del corteo funebre, con le salme portate a spalla fino al cimitero, c’è stato l’ultimo saluto con i suoni dell’organetto e del tamburello e con “Anima mia” dei “Cugini di campagna”. Un modo per rivivere i momenti felici di Bruno e Nicola, per accompagnarli verso un mondo in cui non ci sono preoccupazioni nè scadenze.

Tutta la cittadinanza ha voluto manifestare vicinanza e solidarietà alle famiglie: i quartieri deserti e le serrande abbassate degli operatori commerciali non riescono a rendere l’idea della sofferenza collettiva nel giorno del lutto cittadino. Difficile adesso capire se e quando la perdita di Bruno e Nicola sarà metabolizzata. Obbligata invece la via di rendere le strade più sicure per evitare che altre vite finiscano sull’asfalto e che la tragica scia di mesti eventi continui a tormentare la gente delle Serre.

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