Il racconto di Demi Arena “Anche quando Reggio divenne Città Metropolitana i rappresentanti del PD anteposero ragioni di partito agli interessi della loro terra”

*di Demetrio Arena, Ex Sindaco di Reggio Calabria – Nel suo libro/intervista Peppe Scopelliti racconta come Reggio ottenne lo status di Città Metropolitana. Le due pagine dedicate all’argomento prendono avvio dalla narrazione della complessa ed articolata azione politica posta in essere dall’allora Sindaco in sinergia col Governo Berlusconi, per poi ripercorrere le fasi del dibattito parlamentare. Con dovizia di particolari Scopelliti spiega come la maggioranza di Governo riuscì a fronteggiare i subdoli “attacchi” posti in essere dai parlamentari calabresi di minoranza; dai quei soliti noti (Minniti in primis) appartenenti ad una formazione politica che, da sempre, antepone le ragioni di partito agli interessi della loro terra. In conclusione Peppe racconta del nostro incontro in aeroporto al suo ritorno la sera stessa dell’approvazione in Parlamento del provvedimento.


Ricordo che quella sera, a tarda ora, dopo una giornata particolarmente impegnativa, mentre salivo le scale di casa appresi che Peppe stava rientrando da Roma con l’ultimo volo. Entrai a casa ed invece di sedermi a tavola, mi levai la cravatta, infilai un maglione e usci di fretta lasciando interdetti mia moglie e i miei figli, già “provati” dall’attesa del mio rientro.
Ma quella, per me, era una serata speciale, che avevo sognato, inseguito per 40 anni, era il momento del riscatto dall’ingiustizia subita con lo scippo del Capoluogo. Con il riconoscimento dello status di città Metropolitana, finalmente, Reggio veniva risarcita.
Nei 15 minuti di viaggio verso l’aeroporto ho rivissuto i ricordi più significativi dei Moti di Reggio. Come in un film ho rivisto le piazze stracolme di decine di migliaia di Reggini che invocavano giustizia. Il mio pensiero è andato alle vittime della Rivolta e ai capi storici dei “ Boia chi Molla” , Ciccio Franco, Renato Meduri e Natino Aloi .Con rammarico pensavo che ad attendere Scopelliti all’aeroporto avrebbe dovuto esserci tutta la città, per tributargli il giusto riconoscimento, per festeggiare e gioire perché, con una legge dello Stato, a Reggio era stata riconosciuta una leadership che la storia e le leggi le avevano assegnato e che un diabolico gioco di potere le aveva sottratto.
Il mio racconto si ferma qui perché Peppe nelle poche righe che seguono è riuscito a rappresentare l’intensità emozionale del nostro incontro. Abbracciandomi e guardandomi negli occhi ha colto appieno il mio stato d’animo pervaso da un turbinio di sensazioni.
Ma veniamo al titolo di questo post. A distanza di poco più di due anni da quella sera, divenuto Sindaco di Reggio, ebbi il privilegio di convocare il Consiglio Comunale, al quale parteciparono anche i rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale, per iniziare il processo costitutivo della Città Metropolitana previsto dalla Legge. Iniziata la seduta i consiglieri comunali del PD (tra cui Falcomatà, Irto e Marino), hanno deciso di non partecipare ai lavori sostenendo che il titolo di Città Metropolitana fosse una fiction: “Una bufala propinata dal cosiddetto Modello Reggio”.
Anche in quell’occasione i rappresentanti del PD hanno seguito la loro tradizionale strategia politica, anteponendo agli interessi di Reggio le logiche di partito e le loro carriere, sacrificando la città sull’altare della lotta politica, negando, senza rossore, un risultato che rimarrà indelebile nella storia della nostra città. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, credo che quell’incredibile presa di posizione, segni l’inizio della stagione dei veleni, delle menzogne, degli inganni, dei trasversalismi istituzionali, che hanno interrotto uno straordinario percorso di crescita ricacciando Reggio nell’attuale status “di città dolente”

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