
Vittima di una palese coazione a ripetere, Giuseppe Falcomatà non riesce proprio a sottrarsi alla tentazione dell’iperbole da offrire periodicamente in pasto alle bestie fameliche divoratrici di cazzate seriali. A preoccupare, in questa fase patologica, è la contrazione dell’intervallo temporale tra l’una e l’altra. Un tempo erano meno frequenti e scoppiavano inaspettatamente per la concentrazione di assurdità racchiuse in esse: memorabile il paragone ubriaco, più che ubriacante, tra Central Park, il parco di 3,41 km², il più grande di Manhattan, a New York, con la Villa Comunale di Reggio Calabria. Un parallelismo sconsiderato che, però, per la sua sproporzionata insensatezza, poteva essere misurato con il metro delle stupidità estemporanee tipiche di marmocchi privi di esperienza del mondo. In coincidenza con i primi mesi del secondo mandato, invece, forte di una immunità più efficace rispetto ad una cognizione razionale della realtà, il sindaco sta progressivamente perdendo il controllo dei castelli in aria e rimane solo, lassù, appeso al filo degli abbagli. Una condizione invero poco invidiabile se non si possiede il paracadute della cautela nella visione della quotidianità: ritornando sulla terra, infatti, il fragore dell’impatto è assordante.
Poco più di una decina di giorni fa, in una notte insonne ed agitata aveva sognato la finale di Champions League allo Stadio “Granillo” e, schiavo dell’incontinenza verbale, aveva voluto mettere a parte il presidente dell’Uefa di questa allucinazione piombata repentinamente col favore delle tenebre del discernimento. L’usciere del segretario del presidente del massimo organo calcistico continentale gli ha risposto ed anche questo episodio della sit-com si è chiuso. Prestando l’orecchio all’eco degli sghignazzi che tuttora riecheggiano in Europa, la comunità reggina, nel pomeriggio di sabato, ha “goduto” di un’altra performance degnissima di nota. Presenti in prima fila Prefetto, Questore, un paio di presidenti di Regione, il sindaco di Bari, il circo della politichicchia locale compresi i rappresentanti di opposizioni simulate travestite da autorità istituzionali, Il Primo Cittadino con la fascia tricolore indosso, vaneggiando di traguardi e cambiamenti, di lavori e sviluppo, a un certo punto ha tirato fuori l’enormità della scempiaggine infondata, suo autentico marchio di fabbrica: “Il quartiere Candeloro potrebbe diventare la nuova Notting Hill”. Ora, mettendo da parte tutto ciò che rende il quartiere londinese celebre in tutto il mondo, davvero un essere umano qualsiasi, anche fradicio di Moscow Mule, può fantasticare un accostamento simile? Tra un mercato ed un museo, una galleria d’arte ed un teatro, un ristorante ed un albergo di Notting Hill, Giuseppe potrebbe anche scoprire l’esistenza dell’acqua che scorre dai rubinetti, l’invisibilità di quelle caratteristiche buste maleodoranti accatastate in ogni angolo di Reggio Calabria, un manto stradale liscio come un biliardo, e mille altre stranezze oscure all’orrore quotidiano sotto il cui giogo sopravvivono, con sempre maggiori fatiche, i reggini fiaccati dalle millanterie. “La comunità deve essere ambiziosa” ha proclamato per giustificare la scempiaggine Champions: esatto, per una volta ragionamento impeccabile e quella stessa comunità sa che per coltivare le proprie aspirazioni ha bisogno di un altro sindaco, di un’altra Amministrazione.