“Il paese dei pazzi” e altre storie da prendere sul serio

di Vittoria Bartone – Scrivere di persone che conosci è sempre una sfida enorme. Cerchi parole che siano giuste, senza essere né troppo indulgenti né troppo fredde o dure. Per questo, questa volta ho scelto una via di mezzo più discreta: parlare di Pino Vitaliano prima della presentazione, così da evitare commenti diretti e allo stesso tempo promuovere un’iniziativa che merita davvero attenzione.

L’appuntamento è per il 18 giugno alle 18:30, nella sala consiliare di Soriano Calabro. Partecipare a questi incontri, soprattutto in paesi piccoli come Soriano Calabro è un’occasione preziosa per scuotere il silenzio, aprire un dialogo più umano che accademico, e perché no, godersi un buon aperitivo insieme dopo.

Il protagonista della serata è un amico, Pino Vitaliano, e presenterà “Il paese dei pazzi”, il primo di una trilogia dedicata al suo paese natale, Girifalco. È una raccolta di racconti che attraversano gli anni ’50 fino agli anni ’80, raccontando personaggi, eventi e tradizioni popolari che Pino chiama “i luoghi dell’anima”.

I tre libri, “Il paese dei pazzi”, “Manicomio” e “C’era una volta un paese”, sono legati da un filo comune, raccontano Girifalco in tutte le sue sfaccettature, tra memoria collettiva e personale, miti, mestieri antichi e dialetti che rischiano di scomparire.

Non si tratta solo di celebrare il passato, ma anche di portare alla luce verità scomode — come accade nel romanzo“Manicomio” – legate all’ex ospedale psichiatrico di Girifalco. È evidente la volontà di sovvertire le vecchie narrazioni di stampo lombrosiano, che troppo a lungo hanno rappresentato il Sud come una terra di devianza e arretratezza. Pino ci tiene a sottolineare che “Manicomio è una risposta alle visioni stereotipate. Cerco di ribaltare quel pregiudizio, restituendo dignità e umanità a persone e luoghi che la storia ha spesso dimenticato”.

Mi ha spiegato che il suo metodo di scrittura parte sempre da un titolo, che è come un seme da cui prende forma tutta l’opera. “Non pianifico rigidamente, il titolo è l’impulso, la forza centrifuga intorno a cui tutto ruota. La parola deve avere musicalità, e trovare la giusta ‘nota’ è la sfida più grande, ma anche la più soddisfacente”.

Pino ama aprire finestre sulla realtà, senza fornire verità precostituite: “La scrittura è cura, squarcio, scoperta. È il lettore che completa il viaggio. Ho provato molta soddisfazione durante una presentazione, quando un lettore ha notato qualcosa che io stesso non sapevo di aver scritto. In quel momento ho capito di aver colpito nel segno. Nei miei personaggi non c’è invenzione: tutto è reale. È lo sguardo a fare la differenza, uno sguardo attento alle anime”.

Il legame con il territorio si estende anche a Soriano Calabro, dove si terrà l’incontro. Per Pino, “Soriano è parte della storia di Girifalco, con una connessione profonda che affonda nelle vicende comuni e nell’influenza dei domenicani presenti in entrambi i luoghi”. Presentare i libri a Soriano è per lui un po’ come “tornare a casa”, anche grazie al sostegno di Angela, sorianese e sua compagna, che lo ha spinto a portare la sua narrazione proprio qui. Gli ho posto molte domande, e anche se tutte le sue risposte sono state preziose, ne riporto due che mi sono sembrate particolarmente significative:

  • Cosa vorresti che il pubblico portasse a casa dopo la serata?

“La consapevolezza che scrivere e leggere sono atti profondi. E la speranza che si possa ancora ascoltare, raccontare e tramandare ciò che ci ha resi quello che siamo”.

  • Hai notato un cambiamento nel pubblico negli anni?

“Assolutamente. Oggi si legge meno e si ascolta meno. Una volta c’era più voglia di ascoltare i racconti degli anziani, di lasciarsi trasportare. Oggi questo ascolto attivo si è perso, e con esso il piacere della narrazione orale”.

E qui, lasciatemi aggiungere una riflessione personale, con un sorriso un po’ autocritico: non è che oggi gli “anziani” siamo noi, e forse siamo ancora troppo giovani per metterci nella condizione di raccontare?

L’invito è quindi a partecipare, perché ascoltare, raccontare e tramandare è un gesto profondo, necessario e mai fuori moda.

L’appuntamento è per il 18 giugno alle 18:30 nella sala consiliare di Soriano Calabro, per dare voce a ciò che il tempo rischia di farci dimenticare.

Io vi suggerisco di esserci, anche solo per capire se Pino come scrittore è riuscito nell’intento. E, in ogni caso, diciamolo pure: se alla fine l’unica pazzia sarà scegliere il vino giusto per l’aperitivo, ne sarà valsa davvero la pena.

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