
Domani 10 maggio a Catanzaro: basta silenzi, la salute è un diritto, non un favore.
Il Movimento La Strada vuole alzare la testa per il diritto alla Salute di tutta la cittadinanza calabrese, insieme a tutte quelle realtà che non accettano più il collasso della sanità calabrese come una condanna ineluttabile.
“Saremo in piazza – spiegano i componenti – perché abbiamo visto troppo, e troppo è stato taciuto.
Reparti svuotati, Pronto Soccorso al collasso, ambulanze senza medici, operatori sanitari spremuti e mai ascoltati. La Calabria ha bisogno di cure vere, non di commissariamenti infiniti e promesse vuote.
Il personale sanitario è stremato, spesso lasciato senza gli strumenti minimi per lavorare in sicurezza. Turni infiniti, ambulanze senza medici, stipendi e indennità bloccati, ferie negate. I cittadini si trovano ogni giorno a fare i conti con attese interminabili, reparti chiusi, servizi che scompaiono.
Chi lavora dentro la sanità, la tiene in piedi con fatica. Ma chi ci governa, spesso, la ignora. E invece la salute non è un favore che ci viene concesso: è un diritto”.
“Per questo – rivendicano i membri de “La Strada” – saremo in piazza.
Per chiedere più assunzioni, condizioni di lavoro dignitose, trasparenza nelle scelte organizzative.
Per dire no alla privatizzazione strisciante dei servizi.
Per difendere il diritto, di tutte e tutti, a essere curati senza dover andare via.
La Calabria merita molto di più.
Non ci basta sopravvivere: vogliamo vivere bene, e vogliamo farlo qui, in Calabria.
Saremo in piazza perché la situazione in Calabria è diventata insostenibile, per chi lavora nel sistema sanitario e per chi ne ha bisogno ogni giorno. Da troppo tempo la nostra regione è teatro di tagli lineari, carenze strutturali, logiche commissariali e gestioni opache che hanno logorato un diritto fondamentale: quello alla cura.
Oggi, in Calabria:
• reparti ospedalieri sono ridotti all’osso o chiusi per mancanza di personale;
• le ambulanze operano senza medici a bordo;
• operatori e operatrici sanitarie lavorano in condizioni al limite, senza riconoscimenti economici, con carichi insostenibili e senza sicurezza;
• molti territori sono praticamente senza servizi sanitari di prossimità, costringendo le persone a viaggi estenuanti o alla rinuncia alla cura.
A questo si aggiunge il paradosso: mentre si nega l’essenziale a chi lavora, le aziende sanitarie accumulano ritardi, disorganizzazione e silenzi, senza un piano chiaro per il rilancio del sistema.
Noi pensiamo che la sanità non possa più essere affrontata come un problema tecnico o contabile. È una questione politica, etica, umana”. “Ed è una priorità assoluta – sostiene in conclusione la rappresentanza del Movimento – per qualunque forza che voglia davvero cambiare questa terra”.