Il consigliere regionale Bevacqua si autosospende dal Gruppo PD e spiega i motivi

Domenico Bevacqua, consigliere regionale, sciogliendo i nodi che si erano aggrovigliati nelle ultime settimane, ha reso noto di aver deciso di autosospendersi dal Gruppo del Partito Democratico. Lo ha fatto in Aula, nel corso della seduta consiliare del pomeriggio di oggi, lunedì. “A scanso di equivoci e di possibili strumentalizzazioni – ha sottolineato parlando davanti ai colleghi- preciso subito che non è mia intenzione lasciare il partito: sono stato, nella

mia provincia, uno dei protagonisti della sua nascita, allorché, dieci anni fa, ricoprivo il ruolo di segretario provinciale della Margherita. Non è più sostenibile, però, continuare passivamente a registrare nell’ambito del gruppo posizioni contrastanti e spesso in disaccordo con le decisioni della maggioranza. Per non parlare poi delle tante assenze che si registrano puntualmente ad ogni seduta consiliare e determinano la mancanza del numero legale”. “L’altro problema che mi porta a questa decisione – ha aggiunto Bevacqua – è l’accumularsi di posizioni manifestate in questi mesi e in questi ultimi giorni da autorevoli colleghi del PD. Intendiamoci, ognuno ha la libertà di esprimersi come meglio sa e come meglio crede, ma, per me, il civismo esasperato o il meridionalismo di bandiera, teorizzati dalla sera alla mattina, sono un rimedio peggiore del male. Perciò, per cancellare ogni dubbio, vista la mancanza di organismi regionali, è mia intenzione richiedere, nei prossimi giorni, un incontro al reggente nazionale del partito, onorevole Martina, affinché tutto il Gruppo consiliare del PD calabrese sia riunito e ognuno si esprima chiaramente sulle prospettive immediate che il partito intende perseguire in Calabria e nel resto del Paese. Se dovessi constatare, anche a livello nazionale, ma non penso, l’avallo di questa confusione, ognuno di noi valuterà serenamente il da farsi”. “Infine, ma non certo per ultimo – ha concluso il consiglier eregionale – mi preme ribadire la mia lealtà rispetto all’attuale esperienza di Governo regionale e al suo presidente, Mario Oliverio. Lealtà confermata dal fatto che l’aula consiliare non ha mai registrato una mia assenza, nonché dal mio ruolo di presidente della IV Commissione, che mi ha visto sempre protagonista e mediatore in tante fasi delicate che hanno consentito l’approvazione di alcuni fra i più significativi provvedimenti normativi licenziati nella presente legislatura. Sarei, peraltro, poco lungimirante se non dovessi riconoscere al presidente Oliverio la facoltà di esplorare tutte le strade utili per mettere in campo un fronte civico e democratico a sostegno della sua candidatura, ma sarebbe sbagliato se ciò avvenisse in un modello nel quale non c’è posto per un progetto autenticamente riformista, qual è quello rappresentato dal PD. Spero sinceramente che la mia decisione possa avviare una riflessione seria, franca, scevra da pregiudizi e, soprattutto, capace di condurre a una sintesi condivisa e chiarificatrice”.

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