
Fa discutere l’attimo, immortalato da telecamere e macchine fotografiche, in cui un uomo, residente a pochi passi dall’abitazione di Giuseppe Giorgi, ha baciato la mano, in segno di riverenza, al boss di San Luca, catturato nella mattinata di ieri dopo essere stato scovato all’interno di un bunker ricavato sopra il camino della cucina di casa della figlia. Un’immagine che Federico Cafiero De Raho, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, ha definito “ignobile, ma non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato che anzi, in questa occasione, ha dato una straordinaria dimostrazione di forza”. “I carabinieri che si abbracciano dopo l’arresto – è il giudizio espresso dal magistrato – sono la parte più bella di uno Stato efficiente in grado di catturare un latitante. I carabinieri non l’avrebbero mai permesso, ma si sono trovati a muoversi in uno spazio ristretto dopo una perquisizione durata oltre 5 ore nel corso della quale hanno lavorato in presenza di persone in casa che urlavano e minacciavano dicendo che non c’era nessuno. Noi, inoltre, conosciamo bene la forza militare della ‘ndrangheta, ed in quel contesto, i carabinieri erano anche impegnati a guardarsi intorno. L’importante era portare via Giorgi senza problemi ed è quello che è stato fatto”. Nella polemica che ne è seguita si è infilato, tra gli altri, Matteo Salvini, il quale ha manifestato la propria indignazione per l’episodio: “Imbarazzante, perché poi purtroppo quella è l’immagine di una certa Italia che gira nel mondo e non è l’immagine vera della Calabria e della Sicilia che io conosco”. Il segretario nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini, a proposito di quanto successo negli attimi successivi all’arresto di Giuseppe Giorgi, il cui stato di latitanza durava dall’agosto di 23 anni fa, ha annunciato, inoltre, una sua prossima trasferta nella piccola località allependici dell’Aspromonte: “Vedrò di andare anch’io a San Luca, perché quella non è l’immagine né della Calabria né dell’Italia che deve girare per il mondo”. Giorgi, detto “U Capra” faceva parte del ristrettissimo elenco dei cinque latitanti più pericolosi d’Italia.
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