I vertici reggini del PSI sconcertati dai “gravi comportamenti tenuti dal Segretario Milana”

Scritta, a tal proposito, una lettera al Segretario nazionale ed a quello regionale

Antonino Suraci, membro della Direzione Nazionale del Partito Socialista Italiano e Coordinatore Comunale di Reggio Calabria; Francesca Leotta, componente della Direzione Nazionale PSI ed Antonio Ruvolo, del Consiglio Nazionale PSI, nonché ex capogruppo PSI al Comune di Reggio Calabria, hanno scritto una lettera rivolta al Segretario nazionale Enzo Maraio ed a quello regionale Luigi Incarnato. Oggetto della missiva la condotta adottata dal Segretario provinciale Giovanni Milana. “In merito alla riunione della segreteria tenutasi lo scorso 16 ottobre presso la sede della Federazione Provinciale del PSI, anche a nome dei molti compagni non più coinvolti nella vita del partito e di molti candidati, non possiamo che prendere atto – arrivano subito al nocciolo della questione i tre firmatari – dei gravi comportamenti tenuti dal Segretario Giovanni Milana.


Le puerili giustificazioni addotte sulla mancata convocazione della Segreteria dopo le ultime Comunali tenutesi a Reggio Calabria, da molti pressantemente richiesta al fine di analizzare il voto (nettamente al di sotto delle aspettative), di concordare linea e delegazione per le consultazioni con il sindaco, ci lasciano basiti e consci di un urgente e necessario cambio di rotta.
Negli ultimi anni sono stati in molti a lasciare l’impegno politico nella nostra organizzazione proprio per questa guida autocratica ed autoreferenziale finalizzata al mantenimento di poche postazioni di rappresentanza elettiva e di partito a scapito della crescita di tutto il movimento.
“Ad esempio, a nulla sono valse le rimostranze – ricostruiscono Suraci, Leotta e Ruvolo – di molti di noi per l’autonoma e misteriosa decisione assunta dal Segretario provinciale, in merito alle ultime elezioni regionali allorquando autonomamente decideva di collocare il compagno Nino Crea, consigliere metropolitano del PSI, nella lista dei “Democratici e Progressisti”, mentre il resto dei compagni nelle altre province sceglieva la lista “Io Resto in Calabria”.
Per troppo tempo abbiamo sperato in un percorso di resipiscenza, ma prendiamo atto, sconcertati, di quanto dallo stesso sostenuto in merito alla scarsa conoscenza dei processi decisionali di un partito e per questo riteniamo non possa più rappresentare quanti si riconoscono nel PSI.
Per queste ragioni, chiediamo un urgente intervento, in considerazione della delicata fase politica in cui ci troviamo e della mancanza di agibilità politica all’interno della Federazione di Reggio Calabria, dei livelli regionali e nazionali a salvaguardia di quanti dirigenti e militanti credono ancora nel PSI”.

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