Grillo esprime “contrarietà istituzionale al progetto Parco Eolico Sovale” e richiama alla “coerenza della transizione ecologica”

Il commissario straordinario del Parco naturale regionale delle Serre, Alfonso Grillo, esprime “la più ferma contrarietà alla realizzazione del progetto denominato ‘Parco Eolico Sovale’, previsto in prossimità dei confini dell’area protetta, nei territori comunali di Argusto, Cardinale e Gagliato”.

L’iniziativa, secondo quanto spiega Grillo, prevede “l’installazione di otto aerogeneratori di grande taglia, con un impatto paesaggistico, ecologico e ambientale di rilevante entità, a ridosso di un ecosistema di straordinaria biodiversità e pregio naturalistico, quale quello del comprensorio delle Serre calabresi”.

“Le osservazioni depositate dagli uffici del Parco, che si sommano alle posizioni critiche già assunte da diverse amministrazioni comunali interessate, aggiunge Grillo, evidenziano numerose incompatibilità ambientali, tra cui:

•​la compromissione dell’equilibrio ecosistemico di aree tutelate dalla Rete Natura 2000;

•​la violazione del principio di precauzione sancito dalla normativa europea (art. 191 TFUE);

•​l’insostenibilità del progetto rispetto agli strumenti di pianificazione regionale e ambientale vigenti”.

Il Parco “non si tutela per confini amministrativi, ma per logiche ecologiche. Interventi di tale portata, anche se formalmente esterni ai limiti dell’area protetta, ne compromettono il valore ambientale complessivo, incidendo su corridoi ecologici, microclima, habitat e paesaggio”.

Pertanto, il rapporto dell’Ente di tutela ambientale invita a riflettere su un nodo cruciale: “la transizione ecologica non può essere piegata a logiche speculative. L’energia rinnovabile è un obiettivo necessario e strategico, ma deve procedere in equilibrio con i territori, non in conflitto con essi”.

In più, rileva, che “il Parco delle Serre sta promuovendo modelli virtuosi di sviluppo sostenibile fondati sulla valorizzazione dell’agroalimentare identitario, del cicloturismo, della forestazione terapeutica e dell’artigianato locale. Iniziative che creano valore durevole, coesione sociale e rispetto del paesaggio.

In questo contesto, impianti industriali invasivi rappresentano una deviazione pericolosa da quella che dovrebbe essere una transizione giusta, partecipata, consapevole”.

Da questo ragionamento nasce la richiesta di “rigetto dell’autorizzazione al progetto, a tutela non solo dell’ambiente, ma della coerenza stessa delle politiche pubbliche. Perché l’ecologia senza etica è solo marketing. E la Calabria merita ben altro”.

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