Gratteri avverte le istituzioni calabresi: “Per loro la ricreazione è finita”

“Un’indagine antimafia non può durare anni. Calcolate che nella Procura di Catanzaro ogni sostituto ha 1550 fascicoli, mentre a Palermo ogni sostituto ha 200 fascicoli. Nessuno dei ministri che si sono succeduti o dei parlamentari si sono preoccupati per potenziare la Procura di Catanzaro”. Una ferma rivendicazione quella che Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha pronunciato a chiare lettere davanti ai membri della Commissione parlamentare antimafia. Nel corso dell’audizione sono stati diversi i temi affrontati dal magistrato calabrese che si è espresso, tra l’altro, in merito alla gestione del Centro di accoglienza richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, oggetto di un’indagine giudiziaria sfociata il 15 maggio scorso nell’esecuzione di 68 arresti. “La struttura – secondo il capo della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo regionale –  è un indotto non solo sul piano economico, ma anche sul piano elettorale”. “Per quanto riguarda il parco eolico – è il giudizio  di Gratteri – questa volta, nell’arco di un anno, siamo riusciti a confiscarlo e farlo sequestrare, quindi è entrato nel patrimonio dello Stato per un valore di 350 milioni di euro. Ha una grande redditività, è un grande guadagno per lo Stato. E’ un grande successo per la Procura distrettuale di Catanzaro. Per il futuro molte cose cambieranno, cambierà anche un po’ di mentalità in Calabria e, soprattutto, da parte degli uomini delle istituzioni. Cambieranno passo e approccio – è l’esplicito avvertimento del Procuratore della Repubblica di Catanzaro – perché, per certi versi, esagerando, possiamo dire che la ricreazione è finita”.

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