
Lo Slai Cobas contesta “l’assoluta illegittimità della decisione dell’Amministrazione” di far svolgere l’iniziativa “Giornata del microchip” presso i locali della Protezione Civile, promossa dall’Associazione “Balzoo” insieme al Comune di Serra San Bruno ed in collaborazione con il Servizio Veterinario dell’Asp per l’apposizione dei microchip ai cani.
“L’evento – sostiene il sindacato autorganizzato – doveva svolgersi, per come si legge nella locandina che lo reclamizzava, presso non meglio specificati locali dell’Asp, laddove, al contrario, i locali individuati sono quelli ove sono allocati gli uffici della Protezione Civile comunale e ove prestano servizio alcuni dipendenti, alcuni anche fragili, oltre ai volontari della Protezione Civile”. Lo Slai Cobas precisa che questi uffici “sono in pratica in comune con l’Inps con cui condividono addirittura i servizi igienici in uso anche all’utenza” e rileva che “l’evento, per come era prevedibile, ha attirato diverse decine di proprietari di cani interessati all’apposizione del microchip agli animali di loro proprietà che, di conseguenza, insieme ai loro cani hanno invaso i locali, stazionandovi per tutto il tempo necessario; il tutto in palese violazione delle più
elementari norme igieniche non trattandosi, ovviamente, di locali adeguati ad un’operazione del genere e che, al termine, dovranno essere necessariamente sanificati con operazioni che, tuttavia, dubitiamo verranno mai realmente eseguite”.
Lo Slai Cobas insiste nella critica e puntualizza che “le operazioni di apposizione del microchip, tra l’altro, hanno di fatto esposto i lavoratori in servizio presso gli indicati locali a tutti i rischi determinati dalla presenza non solo di uno spropositato numero di
persone, ma anche dalla presenza di diverse decine di animali per una operazione che richiede necessitamene, per essere effettuata, un’iniezione sottocutanea per ogni animale trattato”.
Quindi, il sindacato entra nel merito dell’aspetto di sua più vicina competenza e sostiene che “una volta di più, l’Amministrazione si rende protagonista di un intervento scellerato che mette a rischio la salute e l’incolumità dei lavoratori per come avvenuto nel pieno dell’emergenza Covid allorquando gli stessi locali, senza alcuna particolare precauzione, vennero utilizzati per l’effettuazione dei tamponi i cui rifiuti pericolosi vennero lasciati li per diverso tempo prima di essere smaltiti.
Il tutto – racconta ancora – anche in quell’occasione senza alcuna comunicazione ai lavoratori che vi prestano servizio, esattamente per come avvenuto oggi visto e considerato che i lavoratori non hanno ricevuto alcun formale avviso venendo a conoscenza della cosa in maniera assolutamente casuale”.
Quindi lo Slai Cobas asserisce che “oggi la storia si ripete con un uso a dir poco improprio dei locali che, tra l’altro, in questo modo, non avrebbero potuto svolgere far fronte alla funzione principale per la quale esistono: si immagini soltanto cosa sarebbe successo per il caso di un’allerta meteo dell’ultima ora”.
In ogni caso, ad avviso dello Slai Cobas, si tratta di “un comportamento assolutamente illegittimo che non potevamo fare a meno di denunciare per l’assoluta (e reiterata)
arroganza evidenziata dall’Amministrazione per la quale, evidentemente, la normativa in materia di sicurezza sul lavoro è costituita da mere parole su un pezzo di carta senza alcun valore pratico. Si valuterà – è la conclusione – con il proprio l’ufficio legale le iniziative anche giudiziarie da intraprendere e per le quali ci riserviamo sin da ora ogni relativo diritto”.