Serviranno attente valutazioni per capire la reale portata del ritrovamento della statua bronzea nelle secche del Lago Angitola. L’ipotesi che si è fatta strada nelle fasi iniziali, ovvero di un’opera risalente ai primi anni del ‘900, è stata messa in dubbio da una sorta di “movimento spontaneo” che è lievitato rapidamente sui sociale network. Secondo questo filone, non si tratterebbe affatto di una “scoperta”, ma semplicemente di una componente d’arredo di cui qualcuno si è disfatto. In sostanza, di “spazzatura”. Fra le due visioni c’è evidentemente un abisso: toccherà alla Soprintendenza ed ai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio culturale della Calabria fare chiarezza sul caso.
Come può – è una delle domande poste – avere oltre un secolo una statua trovata in un lago che è “vecchio” più o meno la metà degli anni?
Certo, bisognerebbe capire da chi e come sia stata abbandonata, sotterrata o nascosta la statua per dare una risposta completa. Ma a fare luce saranno le indagini che riveleranno, grazie agli “strumenti del mestiere” ed a specifiche competenze tecniche, l’entità del rinvenimento. Le prime indiscrezioni, intanto, sembrano confermare le perplessità: probabile che la statua sia in realtà un supporto per un tavolino da salotto su cui porre degli oggetti.
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