
Nel panorama del calcio italiano, uno dei più prestigiosi del mondo, esistono una serie di realtà minori che hanno contribuito ad ingrandirne la storia, poco a poco e da diversi angoli. Il calcio di provincia e di periferia, la vera anima di questo gioco e di questa tradizione, è senza dubbio il terreno fertile dal quale si formano i calciatori più coriacei e passionali. Tra di loro negli ultimi anni in Italia uno dei più importanti è stato sicuramente Ivan Gennaro Gattuso, conosciuto come Rino, attualmente allenatore del Milan e campione del mondo con l’Italia al mondiale di Germania 2006. La Calabria, sua regione d’origine, ha avuto nel calcio una serie di esempi importanti di club che hanno scritto momenti importanti, come ad esempio il mitico Catanzaro negli anni ’70 e ’80 o la Reggina agli inizi degli anni 2000. Con Gattuso come calciatore calabrese più mediatico e di successo di sempre, e i sopra citati club come depositari di gran parte della storia del calcio locale, la Calabria si erge ad esempio di calcio dal grande potenziale, partendo dal basso per arrivare al vertice, sia a livello individuale sia per quanto riguarda i club. Ma andiamo a vedere da vicino chi sono questi grandi protagonisti del calcio calabro e anche italiano.
Gattuso, da Corigliano al mondo

Nell’immaginario collettivo calcistico italiano sarà difficile trovare un calciatore che incarni l’essenza del lottatore e del combattente come lo ha fatto Gennaro Gattuso, arrivato dal basso per diventare uno dei più grandi e giocare al fianco di svariati campioni con i quali si è affermato ad altissimi livelli. Nato in quel di Corigliano Calabro nel 1978, “Ringhio” crebbe nelle giovanili del Perugia, un importante vivaio di calciatori dalle grandi potenzialità, prima di fare un salto importante a livello mentale approdando ai Rangers di Glasgow
nell’estate del 1997. In Scozia Gattuso avrebbe giocato un anno per poi tornare in Italia, dove avrebbe disputato una stagione con la Salernitana prima che il Milan si fiondasse su di lui. Nella società rossonera, della quale adesso è allenatore, il centrocampista difensivo avrebbe disputato tredici stagioni nelle quali fu uno dei calciatori più amati dai tifosi per via della sua grinta e della sua voglia di vincere. All’epoca la squadra rossonera era una delle realtà più importanti del calcio mondiale, mentre adesso non riesce ad esprimersi al meglio e fatica a disputare competizioni europee. Del resto, un tempo i rossoneri potevano contare su un terzino sinistro come Serginho, mentre oggi hanno Ricardo Rodriguez, buon giocatore facente parte della nazionale svizzera, la cui vittoria nella Nation’s League secondo le scommesse sul calcio di Betway è quotata
7 il 24 maggio, ma poco di più. Infaticabile mediano di centrocampo, Gattuso fu l’anima del Milan allora targato Adidas che con Carlo Ancelotti vinse due Champions League e uno Scudetto, oltre soprattutto a essere l’anima di quella Italia capace di vincere il suo quarto mondiale nel 2006. In quella nazionale militava anche il suo compagno di reparto Andrea Pirlo e il suo futuro compagno di squadra Massimo Oddo, uno dei tanti di quella spedizione che adesso allena ad alti livelli. Elemento fondamentale per cementare la squadra, Gattuso avrebbe lasciato un vuoto enorme al Milan dopo la sua dipartita, anche se oggi prova a fare quel che può dalla panchina, dove ogni partita è uno spettacolo per le sue reazioni eccentriche.
I grandi anni della Reggina

Quando riuscì ad approdare al campionato di Serie A sponsorizzato da Tim contro ogni pronostico alla fine della stagione 1998-99, la Reggina allora presieduta da Lillo Foti fu vista subito come una vittima sacrificale, per via della povertà della sua rosa e per le strutture non eccezionali a disposizione. Eppure da quel momento iniziarono i migliori anni della storia del club amaranto, che riempiva lo stadio Oreste Granillo in tutte le occasioni e scriveva una pagina indelebile nella storia del calcio del sud Italia. Per farlo sarebbero stati necessari alcuni innesti di lusso, più precisamente dei prestiti di calciatori di gran potenziale che dovevano iniziare a giocare con frequenza, come ad esempio Andrea Pirlo, Roberto Baronio o Mohammed Kallon, che nelle loro società non avevano troppo spazio per via della giovane età ma a Reggio Calabria avrebbero potuto fare esperienza e lanciarsi definitivamente. Lo stesso Baronio ha ammesso che fu lui a convincere Pirlo ad andare al Granillo, dato che i due condividevano anche lo spogliatoio dell’under 21. Agli ordini del tecnico Franco Colomba, uno dei più apprezzati della storia del club del capoluogo calabrese, la Reggina dell’annata 1999-2000 avrebbe fatto una stagione importante, riuscendosi a salvare con una giornata d’anticipo. Dopo la retrocessione dell’anno successivo, però, la nuova promozione in A diede via a un periodo di stabili presenze in Serie A che sarebbe durato fino alla stagione 2008-09, dopo la quale iniziò la discesa inesorabile verso il basso. Tuttavia, i tifosi reggini non dimenticheranno mai le tante vittorie contro le più grandi squadre del momento come Milan e Inter. Anche se nella memoria collettiva dei supporters amaranto resterà per sempre l’impresa della rimonta nella stagione 2006-07, quando dopo una penalizzazione di 11 punti la squadra allenata da Walter Mazzarri realizzò 51 punti e si salvò all’ultima giornata in modo agonico.
Se, da un certo punto di vista, la Calabria è sempre stata in una posizione periferica nella storia del calcio italiano, storie del genere dimostrano che, nonostante tutto, al suo interno vi sono realtà che invece hanno rappresentato momenti importanti del gioco più popolare di tutti.