Freddezza, tensioni e riduzione degli scambi sociali: ecco perché la didattica a distanza non può proseguire ad oltranza

Diciamolo subito, a scanso di equivoci: la sicurezza prima di tutto. La ripresa delle attività didattiche in presenza deve avvenire senza alcun pericolo di contagio per gli studenti, gli operatori scolastici e le rispettive famiglie. Il Covid è tutt’altro che sconfitto e non si può correre il rischio di nuove fiammate dell’epidemia. I nuovi focolai nel Vibonese (Fabrizia, Piscopio, Monterosso) dimostrano che basta poco per riattivare la catena della diffusione della malattia e, specie in un contesto sanitario precario, si deve usare la massima cautela.

Tuttavia, sullo sfondo delle questioni che attanagliano la Calabria da tempo immemorabile si intravede la tendenza a far diventare normale ciò che dovrebbe essere emergenziale. La sensazione è che i problemi non vengano affrontati di petto, impiegando mezzi e risorse idonei, perché comunque basta una proroga dell’esistente per spostare in avanti l’atto definitivo della (difficile) risoluzione. Questa propensione, in parte determinata (e giustificata) dalla consapevolezza di essere impreparati ad affrontare con la necessaria organizzazione i grandi temi, produce effetti di lungo termine perché incide sull’impostazione socio-culturale generale.

Il nuovo rinvio del rientro a scuola, formalmente motivato dalla situazione epidemiologica, sembra infatti nascondere anche la paura di ritornare all’ordinario, di fare i conti con la “vecchia” quotidianità.

Ma al “quotidiano” si deve tornare. 

Se le lezioni in presenza producevano chiarimenti, approfondimenti, interscambi sociali e culturali, consentendo un ampio confronto anche dal punto di vista emozionale e contribuendo alla formazione dei caratteri e delle coscienze, la didattica a distanza reca con sé un’intrinseca dose di freddezza nei rapporti, una dose appunto di “distanza”. A ciò si aggiungono la tensione derivante dai problemi di connessione e l’incertezza dell’azione di chi sta dall’altra parte del display (ad esempio, il microfono e la videocamera risultano spenti per volontà o per difficoltà tecniche?). In questo quadro, la serenità (non solo individuale) viene incisa con possibili occasioni di scontro tra mondo scolastico e mondo familiare ed all’interno di quest’ultimo.

In ultimo, vanno considerati i disagi (in termini di disponibilità di spazi, dispositivi, conciliazione con i tempi di lavoro) delle famiglie con più figli.

Ecco perché la soluzione tampone della Dad – perché di questo si tratta – per una società non meccanica ma “umana” va considerata unicamente come tale. Dunque, temporanea e non di durata indefinita.

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