
di Girolamo Onda – Dalla lettura del “Catalogo dei priori della Certosa di Bologna” si evince come il frammento della mandibola di san Brunone sia arrivato alla Certosa di Bologna intorno al 1500, proveniente dal convento calabrese di Serra San Bruno, per opera del Priore Mattia Vegi da Asti. (prosegue dopo la foto)

Quest’ultimo faceva parte della Commissione incaricata di ufficializzare e registrare le reliquie di San Bruno della Certosa di Calabria nel 1505:
“Venuto a visitar la Certosa di Calabria il Padre Don Mattia Vegi da Asti, priore di Bologna, vi accrebbe il numero dei convenuti e fu disposto, che alla presenza dal Vicario Generale di Squillace e da un pubblico Notaio e con l’assistenza di altri Priori e da altri Certosini, sì facesse una diligente e autentica ricerca delle reliquie dell’ossa di S. Brunone, le quali state già erano per sì gran tempo nascoste dai Cisterciensi che però, sino dal 1502 per divina rivelazione avutasi da Antonio Sabinì posto dal Cardinal Commendatario in ufficio di Governatore generale sopra tutte le Terre e le rendite di Santo Stefano, eransi rendute ornai manifeste. Ritrovate furono dietro l’altare di Santa Maria dell’Eremo in un’Arca, che aveva questa inscrizione: Haec sunt ossa Magistri Brunonis. Riconosciute che si ebbero con diligenza, vennero riposte in forma autentica e sigillate in un’arca di marmo”.
In quella occasione alcuni frammenti del cranio del Santo furono assegnate per i reliquari delle Certose più importanti del periodo, fra queste, una delle reliquie fu assegnata al Padre Priore Don Mattia Vegi da Asti per la Certosa di Bologna.