Filogaso, Monterosso, Capistrano, San Nicola e Maierato fanno sul serio: fusione dei Comuni più vicina

Si è svolta presso il Comune di Filogaso la seconda riunione dei Comuni interessati ad un processo di associazionismo intercomunale avviato nei mesi scorsi.

All’incontro hanno partecipato i sindaci di Filogaso (Massimo Trimmeliti), di San Nicola da Crissa (Giuseppe Condello), di Monterosso Calabro (Antonio Lampasi), di Capistrano (Marco Martino) mentre il Comune di Maierato con il sindaco (Danilo Silvaggio) ha confermato la sua disponibilità a proseguire l’iter ma per altri impegni non ha potuto prendere parte alla riunione. Registrata la defezione di Polia e Francavilla Angitola, mentre altri Comuni hanno manifestato la volontà di prendere parte al tavolo e la cui candidatura sarà esaminata prossimamente.

Al tavolo di lavoro hanno preso parte il professor Francesco Aiello di Unical ed in rappresentanza di Open Calabria, partner tecnico selezionato per l’analisi economico-finanziaria della proposta, e il segretario generale Domenico Libero Scuglia. 

È stata effettuata una prima valutazione del rapporto stretto tra quadro legislativo generale e costruzione operativa nel campo di esperienze associative. In particolare il professor Aiello ha ragguagliato i partecipanti sul recente studio effettuato sulla pressione fiscale dei Comuni calabresi. L’analisi dei bilanci dei Comuni calabresi mostra come siano limitatissimi i margini di azione delle Amministrazioni locali e come sia elevata l’incidenza delle spese per abitante nei piccoli comuni. Due elementi che confermano la necessità di ripensare a nuovi modelli di organizzazione delle amministrazioni delle comunità, le quali, pur preservando le proprie identità, potrebbero godere dei vantaggi legati alle risorse finanziarie liberate dai recuperi di efficienza nell’offerta dei servizi. Lo scenario di oggi è che la razionalizzazione delle poche risorse disponibili non soltanto si traduce in una riduzione della varietà e della qualità dei servizi offerti ai cittadini, ma anche in elevati tributi locali necessari alla quadratura dei bilanci. Valori elevati della pressione fiscale caratterizzano tutti i piccoli comuni italiani: in Calabria, per esempio, nel biennio  2016-2017 la pressione fiscale nei comuni con meno di 1000 abitanti è pari a  917 euro all’anno, mentre nei comuni con una popolazione compresa tra 3000 e 6000 abitanti è pari a 687 euro pro-capite: chi vive nei nano-comuni calabresi versa alla casse comunali 230 euro in più all’anno rispetto a chi vive in paesi leggermente più grandi. Si tratta di un ulteriore motivo che spiega “la non convenienza a vivere nei piccoli comuni calabresi”.

In particolare, sono stati esaminati vari modelli di gestione nel contesto dei comuni più piccoli che si trovano ad essere impreparati rispetto ai nuovi compiti e sono chiamati ad aggregarsi tra di loro in modo da conseguire significativi miglioramenti in termini sia di efficacia che di efficienza.

Il lavoro che sarà svolto nelle prossime settimane affronterà in modo particolareggiato le problematiche di tipo organizzativo, evidenziando per ogni soluzione punti di forza e di debolezza.

Dopo questo studio si procederà ad un’analisi compiuta del modello gestionale più conveniente nel tentativo di individuare quello che consenta di perseguire gli obiettivi di miglioramento, al di là dei luoghi comuni improntati ad un profondo scetticismo o, al contrario, ad un’esaltazione acritica della cooperazione tra gli enti.

In conclusione il professor Aiello ha prodotto un quadro riepilogativo riportante le maggiorazioni dei trasferimenti erariali per i comuni interessati per i prossimi dieci anni.

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