
Un provvedimento di sequestro preventivo “per equivalente” del valore di 100.000 euro, disposto dal Giudice delle indagini preliminari, finalizzato a cautelare disponibilità liquide e beni immobili intestati ad una Associazione Culturale, nonché al suo presidente è stato eseguito dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria – coordinate dalla locale Procura della Repubblica. Il provvedimento giudiziario – richiesto dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria – è stato emesso all’esito di un articolato controllo in materia di spesa pubblica, condotto dal Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria nei confronti di un Ente noprofit che aveva percepito contributi pubblici, per complessivi 100.000 euro, erogati dalla Provincia di Reggio Calabria, in relazione all’effettuazione di due manifestazioni di promozione sociale e culturale, svoltesi in città nel corso del 2012 e del 2013. Nel corso dell’attività ispettiva – condotta sia mediante la puntuale verifica di tutti i documenti di spesa presentati all’Ente Provinciale per il relativo rimborso sia attraverso l’analitico riscontro dei relativi pagamenti – i finanzieri della Sezione Tutela Spesa Pubblica del locale Nucleo Polizia Tributaria avebbero accertato una serie di gravi irregolarità. Nel dettaglio, i documenti giustificativi delle spese imputate per l’organizzazione degli eventi (costituiti per lo più da fatture dei fornitori) sarebbero risultati in tutto o in parte
irregolari, non veritieri o, comunque, non conformi a quanto richiesto dalla specifica normativa vigente in merito.
A conclusione delle indagini, il Rappresentante legale dell’Associazione è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per i reati di falso e truffa aggravata, ipotizzando a carico dell’Associazione Culturale violazioni al Decreto legislativo n. 231/2001 in tema di responsabilità amministrativa delle società. L’esecuzione della misura ablatoria è stata possibile in ragione della disciplina dettata dall’articolo 322-ter del codice, per come dalla legge n. 190 del 2012, che ha introdotto un efficace strumento di cautela delle ragioni dell’Erario, estendendo l’applicazione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, anche al “profitto del reato”, consentendo di fatto allo Stato di sequestrare (e confiscare) non solo i beni che rappresentano essi stessi il presunto profitto indebito, ma anche quelli dei quali l’indagato abbia la disponibilità, per un valore corrispondente a tale profitto.
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