Fabrizia e la lavorazione del ferro nell’età borbonica: quando le Serre erano centrali nell’economia del Sud

Nei giorni scorsi, nei boschi che separano l’Aspromonte dalle Serre Calabre, è stata celebrata un intensa giornata di spiritualità, di riflessione, di studio e di convivialità sotto l’alto patronato dell’Anci a cura del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio – delegazione Calabria. La giornata, che ha visto il pieno coinvolgimento dell’Associazione Due Sicilie, della Fondazione il Giglio e del progetto Compra Sud, si inserisce nel solco della ricerca storica, che in Calabria, si propone di mettere il luce il ruolo della dinastia dei Borbone nella vita sociale ed economica della regione. La giornata, organizzata dal Commendatore Aurelio Badolati, delegato vicario dell’Ordine Costantiniano, e da don Ferdinando Fodaro, parroco di Fabrizia e di Mongiana, cavaliere costantiniano e delegato per la Calabria della Fondazione Francesco II, ha avuto per tema Fabrizia e la lavorazione del ferro in età borbonica ed è la quarta edizione del ciclo di conferenze: “le miniere, il ferro e l’industria del Sud”. 

La celebrazione eucaristica del mattino, con la benedizione della bandiera, ha aperto i lavori della giornata. I cavalieri hanno avuto la possibilità di riflettere sul valore dei luoghi e della storia che si legge incisa non soltanto sui documenti d’archivio ma anche sulle rocce, sugli alberi, nei corsi d’acqua e nell’aria; Mongiana è una perla preziosa attorno a cui ruota un territorio che facendo memoria della sua floridezza può individuare le vie necessarie per uscire dall’oblio. Il Meridione e i meridionali solo riscoprendo le proprie radici possono, infatti, trovare la forza necessaria per investire sul presente e quindi costruire un futuro degno della sua storia.  

Nel pomeriggio i lavori, svoltisi nella sede dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Fabrizia, sono stati un intensa occasione di crescita culturale e di scoperte storiche. Aperti dal Commendatore Badolati e da don Ferdinando, hanno visto la partecipazione dell’assessore alla Cultura del Comune di Fabrizia, Leonardo Andrea Pasqualino, del sindaco di Mongiana, Francesco Angiletta, del dirigente scolastico,  Maria Carmen Aloi, dell’Osservatorio delle Due Sicilie e di tanti amici e appassionati che con la loro presenza e i loro contributi hanno impreziosito i lavori.

L’intervento degli amici della Fondazione il Giglio e del progetto Compra Sud è servito a far conoscere il loro lavoro promozionale del Sud e dei suoi prodotti; ha tracciato la storia economica del Sud Italia e delle immense risorse che ancora esso può offrire.

La relazione della professoressa Mariolina Spadaro, docente di Storia del Diritto presso l’Università Federico II di Napoli, ha avuto come tema Fabrizia e il suo ruolo nell’industria borbonica. Fondata dai Carafa di Roccella è stata un luogo strategico per l’indotto economico del tempo. I Carafa dotarono la cittadina di uno statuto civico e incentivarono la sua agricoltura oltre che la lavorazione del ferro. L’approfondita e dettagliata relazione della professoressa ne ha fatto scoprire il ruolo centrale oggi reso marginale a causa dell’emigrazione che ha impoverito il territorio e la Calabria tutta.

La terra di Mongiana era territorio di Fabrizia e i Borbone ne riconobbero l’indipendenza proprio per la presenza della fonderia; ma fra i boschi che ruotavano intorno a Mongiana vi erano diverse fonderie, certo meno maestose e importanti. Così il professor Danilo Franco, esperto di Archeologia industriale, ha fatto scoprire ai presenti che anche a Fabrizia vi era un alto forno di cui oggi non si trova traccia ma che doveva essere situato nella valle dei mulini. Attraverso le carte topografiche il professore ha raccontato la storia di questo territorio, che va da Cardinale a Fabrizia passando per la fonderia di Ferdinandea che era l’ufficio amministrativo centrale. 

Da queste montagne, dunque, veniva estratto e lavorato un minerale pregiato che ha permesso la costruzione di importanti opere pubbliche borboniche oltre che le armi necessarie all’esercito.

Si è trattato di una giornata intensa che ci si è proposti di offrire agli alunni delle scuole del territorio nel nuovo anno scolastico. L’iniziativa è stata un ulteriore e importante tassello affinchè questo lembo di terra possa uscire dall’oblio della memoria. 

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