Eugenio Bennato e la canzone su Mongiana: la storia simbolo della decadenza

Foto di Pasquale Rullo

di Mario Murdolo – Ha suscitato grande emozione ascoltare l’ultimo singolo del grande artista napoletano Eugenio Bennato dal titolo “Mongiana”. Egli da grande e bravo cantautore ha saputo raccontare nel suo brano una storia cominciata bene e finita male, di una delle ferriere più importanti del periodo borbonico ubicata nel piccolo paese delle Serre, Mongiana. Con questa canzone Eugenio Bennato ha voluto ricordare un periodo florido e fiorente in cui Mongiana e tutta la Calabria erano molto ricche e agiate grazie alla presenza di fabbriche come la fabbrica di armi e altro presenti che davano lavoro a quasi 2.800 dipendenti e permettevano alle loro famiglie di vivere agiatamente e non emigrare.

Con l’unità d’Italia una politica scellerata e antimeridionalista fece sì che la fabbrica fosse chiusa e trasferita a Terni e a Lumezzane senza nessuna valida motivazione tenuto conto che qui fu realizzata una delle prime ferrovie, si producevano armi di ogni genere che ogni anno superavano le 3.000 unità e arrivando talvolta a superare le 8.000 unità. La fabbrica di Mongiana è stata un’armeria del Regno delle Due Sicilie e fu costruita nel 1852. Fu attiva fino alla metà degli anni 1860 quando fu chiusa con l’avvento dell’Unità d’Italia. Questo triste e discutibile epilogo determinò la mancanza di lavoro per gli addetti e di conseguenza un continuo ed inarrestabile spopolamento dovuto all’emigrazione. Bisogna dire che questa scelta inconcepibile e ingiustificata si riversò anche sui comuni di Pazzano e in parte Bivongi dove esistevano i minerali che servivano per la realizzazione delle armi a Mongiana. Eugenio Bennato, non nuovo in Calabria e molto impegnato nel sociale ha dichiarato di aver fatto questa canzone perché le nuove generazioni fossero stimolate a informarsi e conoscere questa ed altre storie simili anche perché oltre a causare tanto male e danni con questa scellerata hanno avuto il coraggio di togliere il nome Mongiana dai libri di Storia. È da condividere pienamente il concetto secondo cui l’Unità d’Italia abbia danneggiato pesantemente  i nostri paesi e la Calabria in generale, perché c’era un’economia fiorente fatta di miniere, allevamento del baco da seta, lavorazione della ginestra e quindi lavori al telaio, i centri abitati brulicavano di negozi, botteghe artigianali ed esisteva una diffusa e invidiabile mentalità cooperitivistica tanto che a Bivongi fu costruita una delle prime centrali idroelettrice nel lontano 1913 consentendo al paese di essere uno dei primi centri dotati di energia elettrica. E la storia si ripete perché ancora oggi patiamo le conseguenze di allora e assistiamo ogni giorno ad un inarrestabile flusso migratorio. Per questa vicinanza ed interesse, Eugenio Bennato meriterebbe probabilmente la cittadinanza onorario della città di Mongiana.

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