Emergenza incendi. Dalla grande paura alla prevenzione: Scaturchio chiede un distaccamento estivo dei Vigili del fuoco

L’ultimo grave episodio ha davvero messo paura. Quelle fiamme a ridosso delle case sono ancora negli occhi, l’odore di terra arsa invade ancora le narici, il crepitio di tronchi e rami ridotti in brace si sente ancora. Le sensazioni provate dal sindaco di Dasà, Raffaele Scaturchio, sono di quelle che non si dimenticano facilmente e ti spingono ad agire in fretta e con determinazione. Perché quando è in gioco la tua comunità non puoi permetterti di rischiare ancora. E lui, Raffaele Scaturchio, ha deciso di percorrere ogni strada utile per portare quei frammenti di serenità che, in questo frangente temporale, assumono le sembianze dell’apertura di un distaccamento estivo dei Vigili del fuoco. Il primo cittadino ha scritto così una lettera aperta al Comando provinciale dei Vigili del fuoco, al Ministero dell’Interno, alla Prefettura di Vibo Valentia, alla Protezione civile regionale, al Servizio antincendio della Regione Calabria ed alla Provincia di Vibo Valentia. “Voglio denunciare un grave e costante pericolo – è l’incipit della missiva – per la natura e per l’uomo, rappresentato dagli incendi di natura dolosa e non, che nel periodo estivo, si sviluppano a ridosso dell’intero comprensorio dell’Alto Mesima, nel tratto che comprende Arena, Acquaro, Dinami e Dasà. A tutt’oggi gli eventi sono stati molto dirompenti come quello che mercoledì 28 giugno 2017 ha distrutto ettari di bosco e di uliveti e che poteva avere nefaste conseguenze per l’abitato di Dasà. Purtroppo – si legge ancora – la casistica, riferita agli ultimi anni, rivela che la nostra zona può essere facilmente preda, visto il combustibile naturale presente in abbondanza, di queste calamità. È doveroso ricordare agli enti in indirizzo, la professionalità, la dedizione, il senso civico e le difficoltà operative del Corpo dei Vigili del fuoco di Vibo Valentia-Serra San Bruno. È grazie a loro e anche a quelle piccole squadre dei volontari della Protezione civile, che i danni sono stati circoscritti, ma la popolazione continua ad avere paura, una paura che è assai giustificata vista la mancanza di sentieri frangifuoco, la presenza di folti sottoboschi, di numerose abitazioni private ed esercizi commerciali all’interno ed all’esterno dell’abitato di Dasà. È giusto anche ricordare che a tutt’oggi le istituzioni nazionali, regionali e provinciali non hanno minimamente adempiuto alla realizzazione di quelle opere (Ciesse antincendi, pulizia del sottobosco, abbattimento piante secche, impianti antincendio, colonnine per gli attacchi ai mezzi dei vigili del fuoco, creazione e miglioramento di vie di fuga). In modo formale chiedo rispettosamente al Comando e al Ministero dell’Interno la realizzazione di un distaccamento estivo (almeno la presenza di due autobotti) da ubicare logisticamente in questa zona più centrale (territorio del Comune di Dasà)”. La planimetria suggerisce che “tale distaccamento potrebbe trovare un’adeguata sede all’interno del fabbricato (abbandonato da anni) sito in Via Costarella, di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, posto lungo la S.P. 4 (ex S.S. 536) Dasà-Acquaro. È un’area recintata e con ampio giardino da utilizzare anche come sede temporanea di accampamento”. “In alternativa – sostiene Scaturchio – codesto Ente dà a disposizione dell’eventuale distaccamento a titolo gratuito i locali della biblioteca comunale sita in Viale Aldo Moro sede attuale del C.O.C. (Centro operativo comunale) posto strategico e centrale. Da queste sedi le distanze da percorrere per il Comune di Acquaro è di 1 chilometro, per il Comune di Arena è di 3,8 chilometri e per il Comune di Dinami è di 10 chilometri. Da qui dunque, una squadra dei Vigili del fuoco può raggiungere il luogo dell’incendio, in pochi minuti, contro invece i 35,40 minuti necessari se la stessa squadra dovesse partire da Vibo Valentia o da Serra San Bruno. Tutti i residenti, i turisti, gli operatori economici sarebbero veramente grati per questa scelta, tutti si sentirebbero più sicuri e gli interventi sarebbero davvero rapidi, con un risparmio di uomini, mezzi e materiali, questo aspetto non è certamente da sottovalutare. Da giugno a fine agosto non sarebbe certo un lungo periodo. Non abbandonateci, abbiamo bisogno di sicurezza perché sono presenti tutt’ora, in modo serio ed inequivocabile, i presupposti naturali e umani (piromani) perché possano divampare improvvisamente altri grandi e devastanti incendi. La prevenzione è una cosa importante – è l’avvertimento finale – versare dopo le lacrime sarebbe troppo tardi ed inutile”.

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