
Colpo di scena nel centrosinistra. Dopo l’acuirsi dello scontro interno al Pd, arrivano segnali da decifrare, di pace e di guerra insieme, forse provocatori. Ad aprire la strada è stato il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, poi il governatore uscente Mario Oliverio ha disegnato uno scenario inaspettato.
“Ho incontrato Zingaretti – ha affermato Oliverio nel corso dell’inaugurazione di un Comitato in suo sostegno a Lamezia Terme – e gli ho confermato che non ho mai inteso ‘Oliverio o morte’. Ho dato dunque la mia disponibilità a lavorare insieme per un percorso e un approdo unitario senza chiedere nulla”.
Dunque, sarebbe ancora possibile l’unità da raggiungere su “altri nomi”. “Io – ha precisato Oliverio – chiedo che mi sia dato l’onore e la dignità e che la coalizione di centrosinistra possa essere il punto di ripartenza perché un altro nome possa essere messo in campo”. Tuttavia, ad avviso del presidente della Giunta regionale non si po’ considerare Pippo Callipo come elemento di rinnovamento e, anzi, “ci vuole tanto coraggio: si sta continuando su una linea suicida portata avanti senza alcuna comprensibile ragione”. Quanto al futuro e ad una ipotetica espulsione dai democratici, Oliverio ha rimarcato: “sono un dirigente del Pd e non sarà Graziano a cancellare o a ledere la mia identità, la mia storia, la mia riconoscibilità”.