Elezioni provinciali a Vibo, Viscomi: “Il Pd sia cosciente dell’identità degli alleati”

È forse la fase più difficile, quella attuale, per il Partito democratico. Che è chiamato a rialzarsi subito, perché le sfide non aspettano. Di presente e futuro abbiamo parlato con il professor Antonio Viscomi, già vicepresidente della Giunta regionale ed attuale deputato del Pd.

Che clima percepisce intorno al Partito Democratico in questo periodo?
Nonostante tutte le difficoltà che conosciamo connesse alle vicende congressuali, a me pare che dopo sette mesi dalla sconfitta elettorale e dopo quattro mesi di un governo che è tanto ottimista per il futuro quanto catastrofico per il presente – come sanno tutti gli italiani che stanno negoziando un mutuo o un prestito con le banche in questi giorni – a me pare, dicevo, che stia maturando un clima impregnato di aspettative di cambiamento, un profondo desiderio di nuovi metodi, una esigenza di riscoprire credibilità e competenza della e nella politica e nel partito democratico. La manifestazione del 30 settembre a Roma è stata veramente significativa e importante: chi c’era può testimoniarlo.

Vale anche per la Calabria?
Guardi, personalmente sto incontrando e ragionando non solo con molti sindaci, amministratori, militanti democratici ma anche con persone che guardano con attenzione all’evoluzione possibile del partito democratico. Da tutti viene una richiesta precisa: l’impegno politico e l’azione di un partito non può ridursi alla conquista di postazioni istituzionali o di poltrone elettorali, casomai con l’aiuto di delinquenti d’ogni risma, ma devono poggiare su valori comuni sul piano etico e da una idea condivisa e sostenibile di sviluppo del territorio. Se non esistono valori comuni e visioni condivise, lo stare insieme rischia di risultare strumentale soltanto alla conquista del potere. Questo è anche il rischio che segna la rincorsa a forme poco chiare di civismo.

Invece oggi sembra che proprio il civismo sia di moda.
Io credo che la politica per definizione debba essere inclusiva. Non capisco chi preferisce stare da solo e comandare nel suo piccolo recinto anche a costo di perdere il consenso dei cittadini. Credo invece che bisogna essere in grado di creare alleanza ampie. Ma ogni alleanza deve partire da identità chiare degli alleati, anche sul piano simbolico e comunicativo. Altrimenti si rischia di finire in una melassa che tutto confonde e soprattutto che impedisce ai cittadini di capire e di valutare. Chi dice che il simbolo o il nome del Pd non sono attrattivi per gli elettori e quindi vanno nascosti, dovrebbe forse domandarsi prima quale è la proposta politica che con quel simbolo e quel nome si è in grado di veicolare, soprattutto in presenza di sfide radicali come quelle di oggi.

Per non restare su discorsi astratti, come si traduce questo discorso per le prossime elezioni provinciali di Vibo Valentia?
In primo luogo, devo sottolineare e ribadire che le strategie e le scelte politico-elettorale sono di competenza esclusiva del partito e della federazione provinciale in particolare. Io posso solo condividere una valutazione ed esprimere un auspicio: avendo negli ultimi tempi incontrato e ragionato con diversi amministratori locali su questa questione sono sempre più convinto del fatto che una alleanza regge soltanto se vi è chiarezza sulla identità degli alleati, sui loro valori, sulla loro visione di sviluppo di un territorio, sugli obiettivi dell’azione politica. Per questo credo che il Partito democratico debba presentare una propria lista, composta da consiglieri delle amministrazioni democratiche, giovani, motivati e capaci, e un proprio candidato alla presidenza della provincia, un candidato geneticamente di cultura democratica che sia non divisivo, che abbia esperienza amministrativa, che sia in grado di recuperare la credibilità di una amministrazione lesa dalle vicende che tutti conosciamo, che non abbia nulla a che fare con la criminalità mafiosa, che sia profondamente e radicalmente dialogante e coerente nelle sue scelte politiche, che sia in grado di dare alla provincia di Vibo un segno di novità e di speranza che le cose possano finalmente cambiare.

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