
Sono state condannate tre delle persone che sedevano sul banco degli imputati nel processo celebrato per trovare la verità sull’assassinio del 69enne Michele Franzè, ucciso il 9 gennaio di cinque anni fa a Galatro, in provincia di Reggio Calabria.
I magistrati della Corte d’Assise di Palmi hanno inflitto una condanna a 24 anni di carcere ai fratelli Daniele e Giuseppe Matalone, di Monsoreto di Dinami, nel Vibonese. La pubblica accusa aveva richiesto che fossero condannati al carcere a vita. Due anni e otto mesi sono stati comminati a Carlo Mercuri, gravato dall’accusa di favoreggiamento personale. Il Collegio Giudicante ha assolto la mamma dei due fratelli, Filomena Sirgiovanni, che rispondeva dei reati di calunnia e favoreggiamento. Nei suoi confronti il pubblico ministero si era espresso a favore di una pena pari a quattro anni di reclusione. Il movente del delitto sarebbe da ricercare in ragioni di natura economica che avevano creato frizioni tra l’uomo assassinato ed i soggetti incriminati. Ad incastrare i fratelli Matalone, al pari della madre assistiti dall’avvocato Francesco Stilo, alcune intercettazioni da cui si evincerebbe la loro presenza nel posto in cui fu commesso il grave fatto di sangue.
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