Sembrava una tranquilla serata nel centro di Catanzaro, quando all’improvviso è arrivata una telefonata al 112 da parte del conducente di un’auto: un uomo stava per gettarsi nel vuoto dal viadotto Bisantis. È iniziata così la corsa dei carabinieri per scongiurare quella che si configurava chiaramente come una probabile tragedia. In pochi istanti due pattuglie dell’Arma, una del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Catanzaro e l’altra della Stazione di Gagliano, sono giunte sul posto, dove, a distanza, hanno avvistato l’automobilista che poco prima aveva lanciato l’allarme alla Centrale Operativa, sul lato destro, in direzione del centro città, mentre, gesticolando animatamente, indicava ai militari la posizione dell’uomo, dall’altro lato del ponte.
La scena è stata drammatica: dopo aver scavalcato la ringhiera del viadotto, in piedi su un piccolo appoggio e aggrappato solo con i polpastrelli delle mani, spalle alla carreggiata, un giovane trentenne ondeggiava pericolosamente nel vuoto ad un’altezza di oltre 200 metri dal suolo. Era in stato confusionale e alla vista dei carabinieri, ormai avvicinatisi a piedi dopo aver lasciato l’auto di servizio con i lampeggianti accesi per segnalare agli altri utenti della strada di procedere adagio, ha intimato testualmente “non vi avvicinate altrimenti mi butto, lo dico sul serio!”, sbilanciandosi in avanti con il busto. Nel frattempo i militari hanno richiesto anche l’intervento dei Vigili del Fuoco e del 118, che sono giunti poco dopo. Numerose auto in transito si sono fermate, conducenti e passeggeri sono scesi dai veicoli ma il giovane si è innervosito ancora di più. C’è stato bisogno della massima cautela e pertanto i curiosi sono stati fatti allontanare. A questo punto uno dei militari dell’Arma ha preso l’iniziativa e, avviando un tranquillo dialogo con il giovane, è salito sulla ringhiera e si è avvicinato il più possibile al malcapitato, sorretto dai colleghi, nel tentativo di scongiurare l’insano gesto. Il dialogo è stato pacato e dopo qualche minuto il giovane, acquisita la fiducia dei militari, si è tranquillizzato e ha iniziato a sfogarsi, raccontando all’appuntato sul parapetto e agli altri colleghi che, attraverso la ringhiera, lo ascoltavano, tutte le sue ansie e le motivazioni strettamente personali che lo avevano spinto a porre in essere una tale condotta. Dopo circa mezz’ora, il giovane, rassicurato dalle parole dei militari, rivolgendosi all’appuntato salito sul parapetto a pochi centimetri da lui, ha proferito testali parole: “se non mi butto, lo faccio per te”; in quel frangente l’uomo, afferrato dalla catena umana formata dai militari, è stato aiutato a scavalcare la ringhiera e tratto in salvo, nel fragore di un lungo applauso da parte dei numerosi curiosi accorsi. L’uomo è stato infine accompagnato presso il pronto soccorso dell’ospedale Pugliese per le cure del caso.
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