
Tutte le piste sono battute dagli inquirenti della Procura della Repubblica che hanno dato avvio alle indagini sul ritrovamento, nella serata di martedì, di una trentenne il cui corpo senza vita giaceva sul letto della Dora Baltea, alle porte di Aosta. Sarà l’esito del test del DNA a restituire ulteriori particolari di quel cadavere sepolto all’interno di una buca alle spalle della piscina comunale del capoluogo, della lunghezza di un paio di metri, della larghezza di un metro e della profondità che si aggira attorno al mezzo metro. Nei pressi è stato individuato quel che resta di una sorta di bivacco di fortuna.
Le indagini, affidate alla Polizia che ha già compiuto i primi accertamenti sul posto, riceveranno impulso dall’esame autoptico ordinato dal magistrato che intende così scoprire le generalità e cosa abbia originato la morte della vittima. L’ipotesi di lavoro formalizzata negli uffici giudiziari è quella che conduce all’omicidio. Dallo stato in cui è stata rinvenuta è probabile che il decesso non sia avvenuto poche ore prima. Gli esami iniziali hanno escluso la presenza di tracce visibili di traumi violenti.